La mossa rappresenta un'ammissione da parte di SoftBank, il gruppo tecnologico giapponese che possiede circa il 60% di WeWork e ha investito miliardi di dollari nel suo risanamento, che l'azienda non può sopravvivere a meno che non rinegozi i suoi costosi contratti di locazione in bancarotta.

Un portavoce di WeWork ha detto che circa il 92% degli investitori dell'azienda ha accettato di convertire il debito garantito in azioni nell'ambito di un accordo di sostegno alla ristrutturazione, cancellando circa 3 miliardi di dollari di debito.

L'azienda, che intende avviare una analoga procedura di anche in Canada, ha detto che si aspetta di avere la liquidità finanziaria necessaria per continuare a operare normalmente e che le sue sedi al di fuori degli Stati Uniti e del Canada non saranno interessate da questa procedura.

Alla fine di giugno WeWork disponeva di spazi per uffici in 777 sedi in tutto il mondo.

SoftBank ha detto di ritenere che l'accordo di sostegno alla ristrutturazione di WeWork sia l'azione più appropriata per la società per riorganizzare la propria attività ed emergere dalla procedura del Chapter 11.

"SoftBank continuerà ad agire nel migliore interesse a lungo termine dei nostri investitori", ha detto la società giapponese in un comunicato.

Le azioni di WeWork sono crollate del 98,5% circa quest'anno.

WeWork è alle prese con contratti di locazione costosi e con la disdetta da parte di clienti a causa della tendenza dei dipendenti a lavorare da casa. Il pagamento degli spazi ha assorbito il 74% delle entrate della società nel secondo trimestre del 2023, l'ultima volta che ha comunicato i risultati finanziari.

In un deposito presso il tribunale fallimentare del New Jersey, WeWork ha elencato asset per 15,06 miliardi di dollari e passività per 18,66 miliardi di dollari al 30 giugno.

(Tradotto da Luca Fratangelo, editing Francesca Piscioneri)