GENOVA (MF-DJ)--"Noi pensiamo di fare una sorta di general contractor

che si occupi della manutenzione in termini piú estesi, con un contratto

generale e che riesca a coinvolgere la filiera produttiva italiana, in un

progetto che veda protagoniste anche le aziende piccole e piccolissime" e

"spero che manchi poco" perchè vada in porto.

Lo ha detto il Ceo di Webuild, Pietro Salini, parlando con MF-DowJones

a margine della cerimonia durante la quale gli è stata conferita la

laurea honoris causa in Ingegneria civile da parte dell'Universitá di

Genova.

"Vogliamo cioè", ha spiegato Salini, "essere capaci di orientare questo

universo di Pmi, che oggi non sono collegate, in un sistema in cui siamo

tutti collegati e in cui tutti lavorano coralmente per realizzare un

obiettivo a servizio del Paese, che è quello di fare manutenzione alle

infrastrutture che abbiamo".

"Mantenere lo stock di infrastrutture che abbiamo è vitale per il Paese

e per essere competitivi", ha aggiunto Salini. "Sappiamo tutti che la

nostra rete è vecchia, e questo consentirebbe di tenerla sotto controllo.

Avere un presidio di questo tipo significa essere operativi e

collaborativi a fianco dello Stato. La nostra azienda è al servizio del

Paese, a maggior ragione perchè abbiamo come shareholder Cdp, e quindi

vogliamo cercare di assolvere al nostro ruolo che non solo quello di

costruire ma anche quello di essere motore del Paese come aggregatore di

imprese piú piccole. Io spero che manchi poco" per la realizzazione di

questo progetto.

Nel corso della cerimonia, Salini ha fatto riferimento ai 35 miliardi

residui del Fas (Fondo aree sottoutilizzate), proponendo di utilizzarli

proprio per la manutenzione delle infrastrutture. "Bisogna intervenire

subito sulle manutenzioni: prendiamo questi 35 miliardi e li mettiamo

subito nell'immediata manutenzione di tutte le opere che ne hanno bisogno. Webuild è a disposizione, se è un problema tecnico, lo facciamo anche gratis. Siamo pronti perchè siamo al servizio del Paese. Non possiamo permetterci di perdere nemmeno 1 miliardo di euro", ha concluso.

A luglio 2020 il gruppo aveva gia' iniziato a lavorare a questo progetto: "Guardiamo con molta attenzione alle attivita' di manutenzione delle infrastrutture autostradali e pensiamo di poter sviluppare anche un ramo di business sulla manutenzione che, come e' noto, e' necessaria e di ammontare molto significativo", aveva spiegato Massimo Ferrari, general manager Corporate and Finance di Webuild, in un'intervista a MF-DowJones.

"Abbiamo fatto uno studio di fattibilita' sotto il profilo tecnico e legale, una sorta di 'Libro Bianco' e abbiamo gia' in mente alcune piccole societa' o rami di azienda di altri competitor che potrebbero far parte di questo progetto, ovviamente nell'ambito di Progetto Italia" aveva illustrato Ferrari, evidenziando che "una societa' strutturata come la nostra che potrebbe anche aggregare altre societa' piu' piccole dedicandole alla manutenzione potrebbe garantire ai concessionari - chiunque essi siano - l'esecuzione dei lavori".

L'emergenza, che si e' resa evidente a partire dalla tragedia del crollo del Ponte Morandi - ricostruito in tempi record proprio da Webuild insieme a Fincantieri - ma che era in atto gia' da anni, in quanto, come ha evidenziato il Cnr "gran parte delle infrastrutture viarie italiane (i ponti stradali) ha superato i 50 anni di età, che corrispondono alla vita utile associabile alle opere in calcestruzzo armato realizzate con le tecnologie disponibili nel secondo dopoguerra (anni '50 e '60)".

fch


(END) Dow Jones Newswires

May 26, 2022 12:37 ET (16:37 GMT)