E' quanto risulta dall'ultimo sondaggio Reuters.

Gli intervistati ritengono più probabile che, se i membri della Fed modificheranno le loro aspettative sui tassi alla riunione del 19-20 marzo, la previsione mediana segnalerà meno tagli quest'anno, non di più.

Nella sua ultima testimonianza al Congresso, il presidente della Fed Jerome Powell ha ribadito che un allentamento delle politiche sara' probabilmente "appropriato" ad un certo punto dell'anno. Tuttavia, un'inflazione ancora persistente e un mercato del lavoro molto resistente potrebbero impedire un taglio anticipato dei tassi.

Dopo un breve periodo in cui le previsioni di mercato indicavano che il primo decremento sarebbe avvenuto a marzo, i trader sono passati a scommettere su maggio ed ora, allineandosi alle indicazioni dei policymaker, su giugno.

A differenza degli investitori, la maggior parte degli economisti intervistati da Reuters, gia' a partire da settembre, ha sempre previsto una riduzione del costo del denaro intorno alla metà del 2024 - in quest'ultimo sondaggio con accresciuta convinzione.

Tutti i 108 economisti interpellati dal 5 all'11 marzo ritengono che il tasso sui Fed funds sara' confermato nell`attuale fascia tra il 5,25% e il 5,50% al Fomc in programma la prossima settimana. Settantadue - ovvero una maggioranza di due terzi contro poco piu' della meta' nel precedente poll di febbraio - affermano che il primo taglio avverrà a giugno. Diciassette indicano maggio e 19 luglio o più tardi.

Circa l'85% di coloro che hanno risposto a un'ulteriore domanda, ovvero 45 su 54, dichiara che il rischio maggiore è che il primo allentamento avvenga più tardi del previsto piuttosto che prima.

Nelle stime degli economisti, l'inflazione rilevata dall'indice Pce - indicatore preferito dalla Fed - dovrebbe raggiungere una media del 2,2% quest'anno e del 2,0% nel 2025 e 2026. Tuttavia, le altre misure sui prezzi - l'indice dei prezzi al consumo (Cpi), il Cpi core e il Pce core - sono viste permanere oltre l'obiettivo del 2% almeno fino al 2026.

La maggiore economia del mondo dovrebbe crescere in media del 2,1% quest'anno, al di sopra di quello che i membri della Fed considerano il tasso di crescita non inflazionistico di circa l'1,8%, il che suggerisce che la Fed non dovrebbe avere fretta di ammorbidire la propria politica.

Sebbene non vi sia un chiaro consensus sull'entità dei tagli dei tassi quest'anno, quasi il 50% degli intervistati, 52 su 108, vede un allentamento di tre quarti di punto percentuale - come indicato negli ultimi dot plot dai banchieri centrali - o meno.

Alla domanda su quale sia il rischio maggiore riguardo a possibili cambiamenti nelle proiezioni dei policymaker al meeting della prossima settimana, 38 economisti su 44 hanno risposto che e' piu' probabile che indichino meno tagli quest`anno piuttosto che di piu'.

(Tradotto da Laura Contemori, editing Valentina Consiglio)