Le regole dell'Unione Europea sono entrate in vigore a giugno e vieteranno i prodotti a partire dal dicembre 2024, dando al Brasile e ad altri esportatori il tempo di adattarsi.

Il Brasile, uno dei principali fornitori di materie prime, ha esportato quasi 12 miliardi di dollari di farina di soia, semi di soia, mais e prodotti a base di manzo nell'UE nel 2022, secondo i dati commerciali.

Favaro ha detto che i registri mostrano che solo il 2% degli agricoltori brasiliani commette reati ambientali, mentre il resto rispetta le regole e dovrebbe essere riconosciuto. Ha detto che se l'UE continua a non riconoscere gli sforzi del Brasile per proteggere l'ambiente, il Brasile dovrebbe incrementare le relazioni commerciali con altri partner.

Una possibilità sarebbe quella di sostenere blocchi come il BRICS, che comprende grandi Paesi in via di sviluppo, tra cui Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica.

La critica del Brasile all'applicazione delle regole dell'UE sulla deforestazione coincide con i colloqui per la finalizzazione di un accordo commerciale globale tra il Mercosur, il blocco commerciale sudamericano, e le nazioni dell'UE.

L'UE e il Mercosur hanno completato i negoziati nel 2019, ma l'accordo è stato sospeso a causa delle preoccupazioni sull'impegno del Brasile nell'azione per il clima.

Paulo Sousa, presidente del commerciante di cereali statunitense Cargill in Brasile, ha detto che i Paesi amazzonici avrebbero dovuto denunciare l'atteggiamento protezionistico dell'Europa tre anni fa.

"Il nostro tempismo è scaduto", ha detto durante una tavola rotonda allo stesso evento a cui ha partecipato Favaro. "Abbiamo un corpo diplomatico molto buono ed efficiente, ma dobbiamo entrare nel campo di gioco adesso".

In una recente dichiarazione a Reuters, la Commissione Europea (CE) ha contestato le affermazioni di protezionismo delle lobby agricole brasiliane. La CE ha affermato che le regole sulla deforestazione si applicheranno a tutti i partner commerciali "in modo equo e non discriminatorio".

Tuttavia, le lobby brasiliane della soia e della carne hanno espresso preoccupazione per il fatto che la CE disponga di strumenti efficaci per determinare se un prodotto proviene da un'area di deforestazione e per le disposizioni che classificano i Paesi in base al "rischio di deforestazione".

Per quanto riguarda l'uso dei sistemi di tracciabilità per valutare la deforestazione, la CE ha affermato che questo è possibile "a condizione che aiutino gli operatori a fornire la geolocalizzazione del luogo in cui le materie prime sono state prodotte".

La CE ha anche affermato che "i prodotti, anche se provenienti da Paesi con un livello di rischio elevato, possono continuare ad essere immessi sul mercato dell'UE, a condizione che l'azienda si sottoponga al processo di due diligence richiesto per dimostrare che sono privi di deforestazione".