È tempo di crisi. Le principali banche centrali hanno confuso gli economisti con una serie di aumenti dei tassi di interesse che, finora, hanno moderato l'inflazione senza causare una recessione globale.

Ora arriva la sfida: come mettere in pausa la stretta monetaria senza scatenare l'esuberanza del mercato su futuri tagli dei tassi che allenterebbero le condizioni finanziarie e rianimerebbero le pressioni sui prezzi.

La Banca Centrale Europea giovedì ha aumentato i tassi di 25 punti base (bps), mentre si prevede che la Federal Reserve degli Stati Uniti la prossima settimana manterrà i costi di prestito fermi, cercando di frenare le speculazioni su un futuro allentamento.

Finora, nove economie sviluppate hanno aumentato i tassi di 3.915 punti base in questo ciclo. Il Giappone è la colomba che non si è mossa.

Ecco la posizione delle banche centrali, in base all'entità dei rialzi effettuati finora in questo ciclo:

1) STATI UNITI

Dopo una serie di aumenti dei tassi, le pressioni inflazionistiche si stanno moderando. Il tasso di disoccupazione è salito al 3,8% in agosto. I prezzi al consumo, escludendo le voci volatili di cibo ed energia, sono aumentati del 4,3%, l'incremento più basso su base annua da quasi due anni.

Gli economisti intervistati da Reuters si aspettano che la Federal Reserve lasci il suo tasso di riferimento invariato, tra il 5,25% e il 5,5%, durante la riunione del 19-20 settembre.

2) NUOVA ZELANDA

La Reserve Bank of New Zealand ha alzato il tasso di liquidità ad un massimo di 14 anni del 5,5% a maggio e lo ha mantenuto da allora. Anticipando il ritiro degli stimoli dell'era pandemica, la RBNZ ha anticipato al 2025 la data in cui prevede di iniziare a tagliare i costi di prestito.

3) BRITANNIA

I mercati monetari prevedono che la Banca d'Inghilterra aumenti i tassi per la 15esima riunione consecutiva il 21 settembre, portandoli al 5,5% e al livello più alto dal 2007.

Nonostante l'indebolimento del mercato immobiliare, l'economia britannica sta ancora evitando una recessione ampiamente prevista. L'inflazione a luglio è stata più che tripla rispetto all'obiettivo del 2% della BoE. Quasi la metà degli economisti intervistati da Reuters prevede che la BoE effettuerà un nuovo rialzo nell'ultimo trimestre del 2023, prima di fare una pausa.

4) CANADA

Il Governatore della Banca del Canada, Tiff Macklem, ha dichiarato il 7 settembre che la politica monetaria potrebbe non essere abbastanza rigida per tornare all'obiettivo.

Le sue osservazioni da falco sono giunte un giorno dopo che la Banca del Canada ha mantenuto il suo tasso di riferimento al 5%, ma ha detto che potrebbe aumentare ancora se le pressioni sui prezzi dovessero persistere. L'inflazione è rimasta al di sopra dell'obiettivo del 2% della banca per 27 mesi.

5) ZONA EURO

La BCE ha aumentato il suo tasso di riferimento al 4%, il livello più alto da quando è stata lanciata la valuta euro nel 1999, ma ha segnalato che questa potrebbe essere la sua mossa finale in una lotta lunga più di un anno contro un'inflazione ostinatamente alta.

Ha anche alzato le sue previsioni per l'inflazione, che ora prevede di scendere più lentamente verso il suo obiettivo del 2% nei prossimi due anni, mentre ha tagliato le sue aspettative per la crescita economica.

6) NORVEGIA

La Norges Bank ha dichiarato che probabilmente aumenterà i costi di prestito di riferimento questo mese, dopo l'aumento di 25 punti base di agosto al 4%.

I dati rilasciati dopo l'ultima riunione della Banca norvegese hanno mostrato che l'inflazione di base è inaspettatamente diminuita al 6,3% in agosto, riducendo tuttavia la pressione sui responsabili della politica monetaria affinché rimangano falsi dopo la riunione del 21 settembre.

7) AUSTRALIA

La Reserve Bank of Australia ha mantenuto i tassi fermi al 4,1% per la terza riunione consecutiva a settembre, l'ultima sotto l'ex Governatore Philip Lowe.

Il successore di Lowe, Michele Bullock, dovrebbe mantenere un tono simile il 3 ottobre. I mercati scommettono che i rialzi dei tassi sono finiti dopo che la RBA ha previsto che l'inflazione dei prezzi al consumo, al 4,9% a luglio, sarebbe tornata al target alla fine del 2025.

8) SVEZIA

I trader ritengono probabile che la Riksbank aumenti i tassi di 25 punti base al 4% il 20 settembre, con il crollo di quasi il 7% della corona svedese rispetto all'euro quest'anno in testa ai politici.

Il Governo svedese prevede una contrazione del PIL dello 0,8% nel 2023, mentre la Riskbank vede un calo dei prezzi delle case dal 15% al 20% rispetto al picco di febbraio 2022. Ma l'inflazione, al 4,7% in agosto, rimane troppo alta per essere confortata.

9) SVIZZERA

L'inflazione svizzera si è mantenuta stabile all'1,6% ad agosto, rimanendo saldamente all'interno del range target della Banca Nazionale Svizzera.

Secondo i prezzi dei mercati dei derivati, i trader ritengono che ci sia una probabilità del 60% circa che la BNS mantenga i tassi fermi all'1,75% il 21 settembre.

10) GIAPPONE

La prossima settimana si riunisce la Banca del Giappone, la principale banca centrale più conservatrice del mondo.

I responsabili politici giapponesi sottolineano che il rialzo dei tassi è ancora lontano. Tuttavia, il futuro della politica della BOJ di controllo dei rendimenti dei titoli di Stato rimane un punto focale, soprattutto perché ha contribuito alla debolezza dello yen. Lo yen è crollato di circa il 10% rispetto al dollaro quest'anno.

A luglio, la BOJ ha scosso i mercati rendendo più flessibile la politica di controllo della curva dei rendimenti.