Si prevede che la Borsa di Parigi sia in rosso mercoledì mattina, in quanto la cautela persiste tra le domande sul ritmo della disinflazione e sull'allentamento monetario che probabilmente seguirà. Alle 8.15 circa, il contratto future del CAC 40 - con scadenza ad aprile - era scambiato a 8119 punti, in calo di 25,5 punti, suggerendo una continuazione del consolidamento del giorno precedente.



Sebbene l'inflazione sia stata meno preoccupante negli ultimi tempi, gli investitori continuano a tenere d'occhio gli sviluppi dei prezzi, dato che un calo dei prezzi è diventato un prerequisito per il concretizzarsi dei tagli dei tassi. In questo contesto, gli operatori di mercato osserveranno con interesse la pubblicazione, alle 11, dei primi dati sui prezzi al consumo nell'Eurozona per il mese di marzo.



Gli economisti si aspettano una cifra annualizzata stabile del 2,6% per l'indice dell'inflazione core che esclude i generi alimentari e l'energia il mese scorso, e del 3,1% per la sua versione principale, ancora una volta invariata rispetto a febbraio. Anche se la data di Pasqua - che quest'anno cade a marzo anziché ad aprile - potrebbe aggiungere volatilità ad alcuni prezzi, è probabile che questi dati provochino una reazione dell'euro e dei rendimenti obbligazionari di riferimento nel Vecchio Continente.

Questo perché le banche centrali hanno recentemente chiarito che le loro decisioni future dipenderanno dagli indicatori economici e che hanno ancora bisogno di rassicurazioni sul futuro dell'inflazione in generale e delle pressioni salariali in particolare.



Per la Banca Centrale Europea (BCE), questi dati sono quindi cruciali, in quanto l'istituzione con sede a Francoforte sembra riluttante a iniziare il suo ciclo di tagli dei tassi prima di quello della Federal Reserve. Lo scenario più negativo per le azioni sarebbe se i tanto attesi tagli dei tassi non avessero luogo, uno scenario che potrebbe prendere una svolta se l'inflazione dovesse ricominciare a salire.



Tuttavia, l'impennata di ieri dei prezzi del petrolio dimostra che le incertezze sull'inflazione potrebbero essere ancora una fonte di volatilità e potrebbero sollevare dubbi sulla tempistica dei tagli dei tassi. Un nuovo episodio di tensione tra Israele e Iran ha spinto al rialzo i prezzi del petrolio ieri, in seguito agli attacchi di Tsahal al consolato iraniano a Damasco (Siria).



Il Brent del Mare del Nord si sta stabilizzando questa mattina intorno agli 89 dollari al barile, mentre il greggio leggero statunitense (WTI) è anch'esso invariato o quasi a 85 dollari. Il mercato potrebbe anche essere teso in attesa del discorso del Presidente della Federal Reserve Jerome Powell agli accademici di Stanford.





I trader si aspettano generalmente che il capo della Fed ribadisca che le condizioni per un taglio dei tassi non sono ancora soddisfatte, viste le recenti delusioni dei prezzi, ma che potrebbero esserlo tra qualche mese. Negli Stati Uniti, l'indice ISM dei servizi di marzo - atteso nel pomeriggio - dovrebbe mostrare che l'attività nel settore terziario è ancora in leggera espansione. Copyright (c) 2024 CercleFinance.com. Tutti i diritti riservati.