La rupia indiana ha subito poche variazioni nelle prime contrattazioni di lunedì, poiché la domanda di dollari da parte degli importatori locali ha compensato gli spunti positivi provenienti da un rialzo della maggior parte delle valute asiatiche.

La rupia si è attestata a 83,08 contro il dollaro USA alle 09:45 IST, con una variazione marginale rispetto alla chiusura a 83,0975 della sessione precedente.

La valuta locale ha raggiunto un massimo di due mesi a 83,0250 venerdì, grazie ai probabili afflussi di dollari.

Gli indici azionari indiani di riferimento, il BSE Sensex e il Nifty 50, sono saliti a nuovi massimi storici lunedì e l'ultima quotazione è stata di circa lo 0,1% ciascuno.

"Non credo che assisteremo ad un movimento intragiornaliero così netto come quello di venerdì, ma ci aspettiamo che la rupia si muova verso 83 questa settimana", ha detto un trader di cambi presso una banca statale.

I volumi complessivi potrebbero anche essere un po' attenuati oggi, viste le festività negli Stati Uniti e nel Regno Unito, ha aggiunto il trader.

L'indice del dollaro era a 104,7 dopo il calo di quasi lo 0,3% di venerdì, mentre la maggior parte delle valute asiatiche ha guadagnato, con il won coreano in rialzo dello 0,2% e in testa ai guadagni. La rupia potrebbe registrare ulteriori guadagni grazie agli afflussi degli investitori stranieri e "con il petrolio e l'indice del dollaro in positivo", ha detto Anil Kumar Bhansali, responsabile della tesoreria di Finrex Treasury Advisors.

Gli investitori stranieri hanno acquistato 707 milioni di dollari di azioni indiane giovedì, ma hanno ritirato 2,6 miliardi di dollari di azioni a maggio, secondo gli ultimi dati dei depositi azionari.

Nel frattempo, gli investitori hanno ulteriormente ridimensionato le aspettative di un taglio dei tassi da parte della Federal Reserve nel corso dell'anno, dopo che i dati pubblicati venerdì hanno segnalato un forte slancio dell'economia statunitense.

Gli investitori stanno valutando quasi il 50% di possibilità che la Fed mantenga i tassi invariati a settembre, rispetto al 35% circa di una settimana prima, secondo lo strumento FedWatch del CME. (Servizio a cura di Jaspreet Kalra; Redazione di Nivedita Bhattacharjee)