ROMA (MF-DJ)--Oltreoceano l'allarme è suonato quasi simultaneamente su tre fronti: Nyse, Nasdaq e Finra, approdando inevitabilmente alla Sec. L'eccessiva volatilità dei prezzi di alcune matricole a bassa capitalizzazione, sotto i 25 milioni di dollari, e altre irregolarità diffuse hanno acceso l'attenzione di sceriffi e regolatori del mercato statunitense, che si sono passati il testimone in una sorta di staffetta a protezione di investitori ed emittenti in buona fede, invitando a una maggiore vigilanza anche gli underwriters, gli stessi intermediari finanziari coinvolti nel processo di quotazione. L'offensiva di novembre è partita da Finra (Financial industry regulatory authority).

L'organizzazione governativa not-for-profit che opera come regolatore finale sul mercato dei titoli Usa, scrive MF-Milano Finanza, si è mossa per segnalare il numero crescente di casi di pump-and-dump, letteralmente pompa e sgonfia, casi che hanno fatto lievitare artificialmente il prezzo di azioni smallcaps acquistate a cifre molto più basse. Truffe perpetrate ormai sempre più spesso anche tramite canali social. Le smallcaps bersaglio. Finra ha stilato l'identikit delle società target: piccola capitalizzazione di mercato e flottante limitato, ipo che in genere raccolgono meno di 25 milioni di dollari, con una valutazione dell'emittente inferiore ai 100 milioni e un'offerta sotto i 20 milioni di azioni.

"Molti emittenti basano le loro operazioni anche in altri Paesi", scrive Finra. "In alcuni casi a broker-dealer stranieri, principalmente con sede a Hong Kong, sono stati assegnati importi significativi delle azioni, una pratica che può limitare l'offerta del flottante pubblico disponibile sul mercato il giorno dell'ipo e durante la fase di aumento dei prezzi". Altri esempi vengono dalle "allocazioni concentrate di azioni in Ipo, quando i sottoscrittori e i membri di un gruppo di vendita (compresi i broker-dealer stranieri) possono allocare la maggioranza delle azioni a un piccolo numero di investitori, portando a una concentrazione di azioni detenute in pochissime mani". Finra cita anche i conti fiduciari, principalmente aperti per cittadini stranieri presso broker-dealer statunitensi "allo scopo di investire in ipo, e successivamente effettuare ordini e operazioni manipolativi per gonfiare i prezzi after-market".

Infine, possono entrare in scena i conti omnibus esteri legati a istituzioni finanziarie di altri Paesi, che liquidano grandi quantità di azioni degli emittenti a piccola capitalizzazione al culmine dei picchi di prezzo sospetti. Le oscillazioni pilotate, precisa Finra, "non sembrano essere guidate da notizie o eventi materiali".

La truffa social. La più sofisticata e odiosa forma di frode è quella architettata per i social. Il meccanismo adottato è il cosiddetto pig butchering, macellazione del maiale, efficace quanto devastante sul piano personale.Viene avviato instaurando una relazione sentimentale virtuale con la vittima, raggiunta attraverso un messaggio di testo inviato apparentemente per errore o sui siti di incontri. Dopo essersene assicurato la fiducia, il truffatore raccomanderà alla vittima di effettuare ordini in determinati titoli in un momento e prezzo specifici, spesso offrendosi di farlo per suo conto. Il truffato, ovviamente, non rientrerà mai del denaro speso né avrà la titolarità delle azioni.

Il ruolo degli intermediari. La conferma del dilagare delle frodi arriva dal Nasdaq, che segnala i casi recenti di "picchi di prezzo insolitamente elevati immediatamente successivi al prezzo di alcune offerte pubbliche iniziali sulle borse statunitensi, che il più delle volte poi subiscono cali altrettanto drammatici a un livello pari o inferiore al prezzo di offerta". Questi picchi possono spingersi ai giorni immediatamente successivi alla quotazione, con "un impatto negativo sulla capacità dei mercati mobiliari di operare in modo equo e ordinato, a scapito degli investitori".

Se Finra segnala, Nasdaq prova a educare i sottoscrittori, perché svolgano "un ruolo fondamentale come guardiani dei mercati dei capitali in relazione alla negoziazione di titoli di nuova emissione". Si sente l'eco delle parole che Gary Gensler, nominato l'anno scorso alla presidenza della Sec, aveva rivolto ala platea degli attori coinvolti nella vendita dei titoli: "Revisori, broker e anche i sottoscrittori dovrebbero essere responsabili degli aspetti fondamentali del loro lavoro".

Il Nasdaq e le società sottoposte alle ipo si affidano agli underwriters "per selezionare il sindacato di vendita e garantire che le azioni siano collocate in modo ragionevolmente progettato per consentire la negoziazione liquida, coerente con i requisiti di quotazione del Nasdaq e l'introduzione di successo della società sul mercato", si legge nel documento. Con questa premessa, il Nasdaq ha stilato un vero e proprio vademecum (si veda tabella in pagina), con i punti che ogni sottoscrittore dovrebbe considerare accompagnando un processo di ipo, partendo dalla madre di tutte le domande: l'importo totale dell'ipo e il prezzo obiettivo per azione riflettono davvero l'offerta e la domanda del mercato?

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2808:58 nov 2022


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November 28, 2022 03:00 ET (08:00 GMT)