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MILANO (MF-DJ)--Continua il muro contro muro tra il Mef e l'a.d. di B.Mps Guido Bastianini. Sono due le strade per uscire dall'impasse di un cambio al vertice: o il Ceo decide di fare un passo indietro oppure il Cda procederà con il ritiro delle deleghe. I numeri sembrano esserci. La partita si giocherà nel consiglio di lunedì 7 febbraio, quando gli equilibri saranno più chiari. E' quanto spiegano fonti. La Consob sta monitorando la vicenda (le eventuali modalità di uscita e gli obblighi di informativa) e potrebbe accendere un faro.

Il Mef intanto continua a ragionare sul dopo Bastianini e restringe la rosa dei nominativi. Tra i nomi già circolati figura quello di

Alessandro Vandelli (ex a.d. di Bper 37 anni di lavoro nel gruppo

creditizio) è sicuramente di spicco. Non solo ha guidato l'ex popolare

emiliana verso una crescita con pochi precedenti in anni molto complessi,

ma sarebbe anche il profilo ideale nel caso di un coinvolgimento di Bper

in un'operazione di sistema per l'acquisto di alcuni asset di Rocca

Salibeni. Tra gli altri nomi in lizza anche quello di Luigi Lovaglio, ex

manager Unicredit (era il capo di Bank Pekao) ed ex a.d. del Creval. Meno

probabile al momento una nomina di Victor Massiah, ex a.d. di Ubi Banca

che quando ha lasciato l'incarico si è detto deciso a concentrarsi in

attività diverse quali la formazione universitaria e la filantropia.

Per far partire la privatizzazione serve però prima l'accordo con la

Commissione Ue sulle tempistiche e sulle modalità di uscita del Mef dal

capitale della banca. Un punto fisso rimane l'aumento di capitale che

dovrebbe essere da 2,5 mld di euro (ma la cifra potrebbe anche subire

variazioni in corso d'opera) e che deve essere realizzato a condizioni di

mercato. Nessun nuovo target è invece emerso relativamente al nuovo piano

industriale. L'unica cosa certa è che sarà più incisivo del precedente

e che non si può perdere tempo, visto che nuove trattative e nuove due

diligence per la cessione richiederanno i consueti tempi tecnici.

A livello tecnico il Mef avrebbe allo studio un'operazione che sia più

di sistema rispetto a quella confezionata in precedenza con Unicredit,

cioè che veda il coinvolgimento di un numero maggiore di banche allo

stesso tavolo.

Quando è stata avviata la negoziazione tra il Tesoro e la banca di Piazza Gae Aulenti, in un secondo momento sono scese in campo anche Medio Credito Centrale (Mcc) e Amco per acquisire rispettivamente una porzione di sportelli e uno stock di Npe. Le due controllate pubbliche sarebbero tra l'altro disponibili a rientrare in partita riguardo agli stessi ambiti di competenza ma il salvataggio di Mps questa volta - almeno nelle ambizioni - dovrebbe coinvolgere una banca pivot di grandi dimensioni (alcuni addetti ai lavori pensano a una riapertura del dialogo con Unicredit, ma questa non è l'unica via) e banche italiane di size più contenuta che potrebbero contribuire al salvataggio con l'acquisto di alcuni asset.

In quest'ottica alcune operazioni di pulizia e "alleggerimento" di Rocca Salimbeni (per esempio quelle relative ai rischi legali e agli Npl) potrebbero avvenire prima della cessione così come gli esuberi che potrebbero essere fatti in due tempi.

E' presto per dire se questo disegno - che per ora è stato soltanto abbozzato - si concretizzerà. Gli occhi rimangono puntati sul futuro timoniere di Mps e sulla trattativa con la Commissione Ue: principale nodo da sciogliere. Quest'ultima non si esprime in merito alle voci di un possibile cambio al vertice. "Non abbiamo assolutamente commenti da dare", ha detto un portavoce della Commissione europea.

Intanto il tema continua a infiammare il dibattito politico italiano. Il leader della Lega, Matteo Salvini, si è recato al Ministero dell'Economia dove ha incontrato il ministro Daniele Franco,

insieme al sottosegretario leghista Federico Freni, ma al centro dei colloqui ci sarebbe stato il caro energia. Il leader della Lega è contrario all'uscita di Bastianini e non è escluso che il tema - seppur sullo sfondo - sia stato affrontato.

Sulla vicenda sono intervenuti anche il capogruppo di Fratelli d'Italia e il Segretario della Commissione d'inchiesta sul sistema bancario e finanziario Andrea de Bertoldi e Tommaso Foti. "Le diatribe interne al Pd si riflettono sul futuro del Monte dei Paschi e sulle sorti dell'amministratore delegato Bastianini proprio nel bel mezzo delle negoziazioni con l'Ue sulla proroga della riprivatizzazione? Ed il segretario Letta, eletto proprio a Siena che ne pensa? Siamo stanchi di dover collettivizzare, a danno dell'Erario, le lotte di potere della Sinistra, che hanno già pesantemente danneggiato la più antica banca mondiale", affermano. "Se non vi sono gravi motivazioni, e nel caso le dicano, non avrebbe senso infatti cambiare la guida di una società in piene contrattazioni ed in fase di rilancio aziendale, solo per compiacere una delle interessate fazioni del partito democratico", concludono.

claudia.cervini@mfdowjones.it

cce


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February 02, 2022 13:05 ET (18:05 GMT)