eFFECTOR Therapeutics, Inc. ha annunciato di aver completato l'arruolamento per la seconda coorte di uno studio clinico di Fase 1b a tre coorti di zotatifina in adulti non ospedalizzati con infezione COVID-19 confermata. eFFECTOR prevede di aprire l'arruolamento nella terza coorte entro la fine del 2022 e prevede di comunicare i dati topline per tutte e tre le coorti nella prima metà del 2023. Lo studio è un trial in doppio cieco, randomizzato, controllato con placebo, che valuta la sicurezza e l'attività antivirale di una singola dose di zotatifina ed è condotto in collaborazione con il Quantitative Biosciences Institute (QBI) dell'Università della California, San Francisco (oUCSFo), che detiene un accordo cooperativo da 5 milioni di dollari sponsorizzato dalla Defense Advanced Research Projects Agency.

Zotatifin è una piccola molecola inibitrice potente e selettiva della sequenza di eIF4A, una proteina ospite necessaria per srotolare le strutture secondarie complesse all'interno della regione 5'-non tradotta del genoma della SARS-CoV-2 e di altri virus RNA. L'inibizione dell'attività di eIF4A impedisce la traduzione della poliproteina virale necessaria per la replicazione del virus. Zotatifin è stato identificato come un potente agente anti-SARS-CoV-2 in uno studio condotto dal consorzio di ricerca internazionale QBI Coronavirus Research Group (QCRG), guidato da Nevan Krogan, e precedentemente pubblicato su Nature.

La zotatifina è un antivirale sperimentale diretto all'ospite, cioè agisce su una proteina umana che il virus SARS-CoV-2 dirotta per sintetizzare nuovi virus. In quanto tale, la zotatifina potrebbe avere una barriera più alta alla fuga mutazionale del virus rispetto alle terapie che mirano a componenti del virus stesso.