MILANO (Reuters) - Un'esperienza profonda nelle rinnovabili e un focus internazionale sono due delle credenziali irrinunciabili che gli investitori chiedono per il manager che guiderà Enel.

Il governo guidato da Giorgia Meloni è determinato a non rinnovare il mandato di Francesco Starace che è amministratore delegato della utility dal 2014, hanno riferito alcune fonti. L'esecutivo considera il manager troppo indipendente e vuole vedere scendere il debito della società.

Il compito per gli head hunter ingaggiati dal Tesoro per trovare un successore si sta rilevando complicato, date le caratteristiche richieste.

Secondo quanto riferito da alcune fonti, tra i candidati in pole position per guidare Enel ci sarebbero Stefano Donnarumma, AD di Terna, e Luigi Ferraris, che ha lavorato 16 anni nel gruppo dell'energia prima di diventare Ceo di Ferrovie dello Stato.

Flavio Cattaneo, vice president di Italo, e alcuni manager delle controllate di Enel, incluso Francesco Venturini, AD di Enel X, sono anche indicati come possibile successori.

Enel non ha voluto commentare mentre non è stato possibile avere un commento da Donnarumma, Ferraris e Venturini. Una portavoce di Italo ha riferito che Cattaneo non è interessato.

La decisione è attesa per metà aprile. Nel frattempo, diversi azionisti hanno segnalato a Palazzo Chigi di essere contrari a un cambiamento brusco nella strategia di Enel, in particolare una riduzione dell'esposizione internazionale del gruppo. Alcuni investitori temono che il governo guidato da Meloni voglia che l'azienda si concentri maggiormente sull'Italia.

"Consiglierei [al nuovo amministratore delegato] di non cercare di sconvolgere tutto", ha detto Jean-Hugues de Lamaze, AD di Ecofin, società di investimenti in energie alternative con 2,2 miliardi di dollari di asset in gestione, con una piccola partecipazione in Enel negli ultimi sei anni.

"Starace ha annunciato un importante programma di ristrutturazione del gruppo per tornare a un percorso di crescita... Vorrei che [questo programma] fosse confermato", ha aggiunto.

OPPORTUNITÀ AMERICANE

Con quasi 60 Gigawatt (GW) di capacità installata, Enel è uno dei maggiori operatori mondiali nel settore delle energie rinnovabili.

Starace si è guadagnato il plauso per il suo impegno a favore dell'energia verde. Tuttavia, gli investitori e il governo sono irrequieti a causa di un debito che è cresciuto a circa 60 miliardi di euro nel 2022 dai 45,5 miliardi nel 2020, quando il manager è stato confermato per un terzo mandato.

L'azienda, che è stata colpita dall'impennata dei prezzi del gas e dalle misure governative per proteggere i consumatori contro l'aumento delle bollette, ha visto l'utile netto scendere a 5,4 miliardi di euro nell'anno dell'invasione russa dell'Ucraina, dai 5,6 miliardi del 2021.

A novembre Enel ha presentato un aggiornamento del piano strategico, impegnandosi a ridurre l'indebitamento netto di 21 miliardi di euro attraverso la cessione di asset, promettendo 37 miliardi di euro di investimenti e un aumento della capacità rinnovabile installata di 21 GW entro il 2025.

L'azienda intende concentrarsi su sei mercati chiave: Italia, Spagna, Stati Uniti, Brasile, Cile e Colombia.

Secondo alcuni investitori, il nuovo amministratore delegato non dovrebbe sacrificare la presenza del gruppo in Nord America, e dovrebbe confermare la politica dei dividendi indicata a novembre.

"In Italia qualcuno potrebbe preferire che Enel si concentri il più possibile in patria e non investa così tanto all'estero, ma l'azienda non ha scelta... se vuole attrarre gli investitori stranieri", ha detto Vincent McEntegart, gestore multi-asset di Aegon Asset Management, un azionista di Enel che gestisce asset per 311 miliardi di dollari.

Per Enel, il pacchetto di sussidi per l'energia verde voluto dal presidente statunitense Joe Biden, potrebbe significare rendimenti a doppia cifra negli Usa rispetto a quelli a cifra singola che il gruppo raccoglie in Europa, ha detto McEntegart, aggiungendo che tali rendimenti potrebbero sostenere l'interessante politica dei dividendi del gruppo.

"Il futuro delle utility europee è lo sviluppo internazionale nei mercati avanzati. Non si può avere un'Enel solo italiana, sarebbe decisamente un passo indietro", ha precisato de Lamaze.

ADDIO AL GAS

Da quando Starace è stato nominato amministratore delegato nel maggio 2014, Enel ha visto aumentare la propria capacità installata di energia rinnovabile a 59 GW dai 36 GW di fine 2013.

Il mantra di Starace è l'elettrificazione dei consumi e la digitalizzazione delle reti e l'anno scorso il manager ha detto di voler sfruttare una rinnovata attenzione alla sicurezza energetica per accelerare l'uscita del gruppo dal gas naturale. Attualmente il gruppo prevede di diventare carbon-free nel 2040.

"Le mie priorità per il nuovo amministratore delegato sarebbero quelle di continuare a sviluppare le energie rinnovabili e accelerare l'uscita dal gas", ha detto a Reuters Simone Siliani, direttore di Fondazione Finanza Etica.

"Enel può fare la differenza se l'Italia vuole raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione", ha aggiunto.

Finanza Etica, attivo sui temi Esg, detiene una piccola partecipazione in Enel dal 2008.

Per Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia, il nuovo AD avrà pochi margini di manovra per modificare la strategia attuale.

"La società è talmente grande e la strategia talmente ben definita che non vedo grandi cambiamenti. Enel è come una grande nave... il nuovo AD non potrà improvvisamente cambiare rotta".

(Tradotto da Luca Fratangelo, editing Francesca Piscioneri)