BRUXELLES/MILANO (Reuters) - Cassa depositi e prestiti (Cdp) e il fondo australiano Macquarie potranno contare sull'approvazione senza condizioni dell'antitrust europeo per l'acquisizione della società di reti in banda larga Open Fiber, secondo alcune persone a conoscenza della materia.

Attualmente sono Enel e Cdp ad avere il controllo di Open Fiber, creata per assicurare la posa di cavi in fibra ottica e ridurre il divario digitale tra l'Italia e il resto d'Europa.

L'accordo porterà a un aumento della quota di Cdp in Open Fiber del 10%, al 60%, mentre Macquarie acquisirà il restante 40%.

La mossa di Cdp potrebbe spianare la strada a una fusione, ventilata da tempo, del network di Open Fiber con quello di Telecom Italia (Tim).

Cdp è il secondo maggior azionista di Tim, alle spalle della francese Vivendi, il che, secondo alcuni analisti, avrebbe potuto rendere più complicata l'operazione Open Fiber agli occhi dell'autorità dell'Unione europea per la concorrenza.

La commissione europea, che deve decidere sulla materia entro mercoledì, non ha commentato. Anche Enel, Macquarie e Cdp non hanno rilasciato commenti.

Il governo guidato da Giuseppe Conte aveva approvato l'idea di una rete singola, che avrebbe il pregio di evitare uno sdoppiamento degli investimenti nella fibra.

Tuttavia, alcuni ministri del governo a guida Mario Draghi hanno espresso perplessità nei confronti del piano, in particolare a causa di questioni regolatorie, sottolineando che il governo sta considerando anche altre opzioni, benché le voci riguardo una fusione siano tornate a galla di recente.

(Foo Yun Chee, Elvira Pollina)

(Tradotto da Luca Fratangelo in redazione a Danzica, in redazione a Milano Gianluca Semeraro, luca.fratangelo@thomsonreuters.com, +48587696613)