ROMA (MF-NW)--"Leggo che si ricomincia a parlare della privatizzazione delle Ferrovie dello Stato, l'unica che per dimensioni potrebbe portare un beneficio consistente ai conti pubblici. Ma ho notato anche che, come già successo nel 2015, è subito partito un dibattito sull'oggetto della quotazione, su possibili scorpori della società della rete a via dicendo. Con la politica che ovviamente vuole dire la sua. A mio parere dovrebbero invece seguire il modello Eni, che a 30 anni di distanza si è dimostrato l'unico vero successo in tema di privatizzazioni".

Lo afferma in un'intervista alla Repubblica, Franco Bernabè presidente di Acciaierie d'Italia, ex ad Eni e Telecom, dopo che 30 anni fa avviò la quotazione in Borsa di Eni, cui seguirono altre quattro tranche di collocamenti.

Nel 199 per la privatizzazione dell'Eni, "l'idea era che lo Stato mantenesse una partecipazione importante nella società ma con una governance in linea con gli standard del mercato per poter attirare investitori istituzionali. E con una grande attenzione alla scelta del management".

Bernabè crede che per l'ingresso di Fs in Borsa, "la chiave del successo risieda nel fatto che il management cui si chiede di predisporre e portare avanti il piano deve avere solide radici interne alla società. Solo chi è in azienda da diversi anni, o si è formato lì, conosce bene i passi che dovrebbero essere compiuti dopo quelli già fatti negli ultimi 15 anni. D'altronde l'Eni di oggi funziona bene anche perché c'è un capoazienda, Claudio Descalzi, che lavora nella società da quarant'anni».

"A società di questa grandezza, come Eni, Enel, Telecom, Fs, serve avere stabilità per lavorare sul lungo periodo, non possono essere esposte a continue sollecitazioni dall'esterno. Solo lo Stato può assicurare la necessaria stabilità, rimanendo nel capitale con una quota di minoranza ma significativa. Attraverso la quotazione in Borsa, però, la società deve dotarsi di una governance all'altezza degli standard di società simili internazionali e che permetta di tenere fuori la politica dalla gestione", continua.

Sull'eventuale scorporo della rete di Rfi dal resto di Fs "lo Stato deve restare nel capitale Fs come ha già fatto con Eni, Enel, Snam e Terna. Procedere a degli scorpori in questo momento significa perdere almeno due anni di tempo per definire i perimetri e i rapporti infragruppo. Meglio affidare al management un piano di riorganizzazione, di dismissioni ed efficientamento e procedere quotando tutta la società nel suo complesso".

Infine, alla domanda su quanto può scendere nel capitale lo Stato per garantire comunque un presidio pubblico Bernabè riponde che "se ai possessori di azioni stabili si offrono voti multipli in fase di quotazione sarebbero sufficienti quote anche piuttosto basse".

pev


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October 13, 2023 04:24 ET (08:24 GMT)