ROMA (MF-DJ)--Che differenza passa tra Italia e Germania? Ce ne sono molte, in questo momento una su tutte. Nel paese dei lander, ha raccontato Die Zeit, si sta facendo un censimento dei 2.000 bunker disseminati nel territorio: con la guerra in Ucraina e le tensioni con la Russia, non si sa mai, meglio ristrutturarli. Da noi invece, scrive MF-Milano Finanza, impazza il dopo Mario Draghi.

Nel secondo trimestre dell'anno il Pil italiano ha segnato un più 3,4%, meglio di Stati Uniti, Francia e, appunto, Germania. Il quesito che si pongono tutti non è dove rifugiarsi ma come andrà l'economia dal 25 settembre in poi. L'ex banchiere centrale ha annunciato nuvole all'orizzonte, già complesso, del Belpaese e si è lasciato andare a una battuta: «merito di questa crescita è soprattutto degli italiani, forse anche un po' del governo». Una sfida palese a chi lo sostituirà a fare di meglio. Dunque il punto centrale, c'è poco da dire, è la compagine di governo che i due schieramenti potranno mettere in campo per evitare che questi nubi diventino un acquazzone autunnale.

Con la premessa che le voci a un mese e mezzo dall'apertura delle urne sono come il calcio d'agosto, dove tutti vincono così come tutti diventano ministri, si può provare a riempire qualche casella di peso dei dicasteri su cui veglierà il Capo dello Stato Sergio Mattarella, colui cui la Costituzione affida il compito di nominare i membri dell'esecutivo e il Presidente del Consiglio. Nell'orbita di Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia, si fa un gran parlare dell'ipotesi di Fabio Panetta al ministero dell'Economia, suggerito niente meno che da Draghi. Il componente italiano del board della Bce, laddove il centro destra dovesse vincere, dovrebbe accettare, avendo cotanto sponsor. L'altra poltrona di peso è quella della Farnesina, dove i rumors danno in rampa di lancio Giulio Terzi di Santagata, già ministro degli Esteri con Mario Monti. Se Guido Crosetto viene accreditato come possibile sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, allo Sviluppo potrebbe arrivare una persona affidabile come Claudio Descalzi, ceo dell' Eni, corteggiato da entrambi gli schieramenti (è fondamentale per la caccia al gas alternativo a quello di Putin), mentre alla Giustizia si fa il nome di Carlo Nordio. E il premier? Se si dà per scontato che sarà Meloni a ricoprire quel ruolo, qualora risultasse prima alle urne rispetto a Lega e Forza Italia, qualcuno arriva a ipotizzare un suo passo di lato per proporre al Quirinale il nome di Mario Draghi e restare come sua vicepresidente.

Fantapolitica, forse dettata dalla paura del giudizio dei mercati? Forse. Mai dire mai, però. Sempre per restare nel gioco della politica d'agosto, in caso di vittoria del centro sinistra, oltre ad Enrico Letta primo inquilino di palazzo Chigi, il nome di Carlo Calenda (Azione) viene indicato come naturale ministro dello Sviluppo, mentre per gli Esteri si pensa ad Emma Bonino e per il Mef a Francesco Boccia (Pd) che quella poltrona sfiorò nel Conte II. Anche se sembra che senza i voti del Movimento Cinquestelle di Giuseppe Conte tutte queste ipotesi potrebbero restare lettera morta e dunque un posto per l'ex premier e per il suo fidato consigliere Mario Turco non è affatto da escludere. Come anche che alla fine anche il centrosinistra accarezzi l'idea di un Draghi bis. Decideranno gli italiani, per fortuna.

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0809:14 ago 2022


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August 08, 2022 03:16 ET (07:16 GMT)