INmune Bio, Inc. ha riportato miglioramenti significativi nell'elettroencefalogramma (EEG), un biomarcatore della funzione cerebrale, nei pazienti con malattia di Alzheimer da moderata a grave trattati con XPro per quattro settimane. I pazienti che hanno ricevuto un trattamento settimanale con XPro? per quattro settimane hanno registrato un aumento statisticamente significativo della frequenza e della potenza delle onde Alfa (p < 0,05).

La riduzione della potenza Alfa è legata al declino cognitivo e alla progressione della malattia di Alzheimer. Le onde Alfa rappresentano l'attività sincronizzata della rete cerebrale che è essenziale per le funzioni interne come l'aritmetica mentale, la memoria a breve termine e di lavoro e gli esercizi di immaginazione mentale visuo-spaziale. Nei soggetti con MA, la potenza delle onde Alfa diminuisce a causa della rottura delle reti cerebrali associate alla degenerazione.

Lo studio pilota su sette pazienti con AD da moderato a grave ha cercato di valutare l'utilità dell'EEG come biomarcatore funzionale dell'impegno del bersaglio per valutare gli effetti di XPro? (XPro1595; pegipanermin), un inibitore dominante-negativo di nuova generazione del TNF solubile, nei pazienti con AD. Questi risultati positivi supportano e si aggiungono ai risultati dello studio di Fase 1 nei pazienti con AD, che ha dimostrato che il trattamento con XPro?

ha ridotto i biomarcatori dell'infiammazione e migliorato i biomarcatori della neurodegenerazione, della funzione sinaptica e ha migliorato la microstruttura cerebrale e promosso la rimielinizzazione. La misura in cui questi cambiamenti dei biomarcatori hanno un impatto sulla cognizione nei pazienti con malattia di Alzheimer precoce è attualmente in fase di valutazione in uno studio di Fase 2 randomizzato e controllato con placebo. L'EEG, da tempo considerato un gold standard per la misurazione oggettiva dell'attività cerebrale, fornisce preziose informazioni sulla connettività neurale.

La ricerca neurologica ha evidenziato costantemente un declino progressivo della potenza e della frequenza della banda alfa nelle persone con MCI e Alzheimer. La capacità dell'EEG di valutare la funzione cerebrale rende questi risultati particolarmente degni di nota per la nuova strategia terapeutica di INmune Bio. L'uso dell'EEG come biomarcatore della funzione cerebrale e il suo potenziale come misura regolare negli studi clinici sono stati facilitati dall'innovativo dispositivo EEG portatile approvato dalla FDA di Cumulus Neuroscience.