Le due aziende spiccavano rispetto ad altri grandi brand proprio perché avevano detto che avrebbero continuato a tenere aperte le attività in Russia, in un contesto di massicce sanzioni commerciali e bancarie.

Tadashi Yanai, fondatore di Fast Retailing, aveva detto ai media giapponesi che l'azienda avrebbe continuato a tenere aperti i 50 negozi in Russia poiché "l'abbigliamento è una necessità vitale".

Ma ieri l'azienda ha dichiarato: "Pur continuando a tenere aperta l'attività di Uniqlo in Russia, ci è apparso chiaro che non possiamo più procedere a causa di diverse difficoltà".

"Condanniamo tutte le forme di aggressione che violano i diritti umani e minacciano la pacifica esistenza degli individui".

Japan Tobacco, che controlla circa un terzo del mercato russo del tabacco attraverso marchi che comprendono anche Winston e Camel, ha detto che la controllata russa sospenderà gli investimenti, le attività di marketing e il lancio dei prodotti di tabacco riscaldato che aveva in programma.

"Le sfide dell'operare in Russia in questo momento non hanno precedenti", ha detto l'azienda in una nota.

Japan Tobacco, che conta quattro stabilimenti e circa 4.000 dipendenti in Russia, continua per ora la produzione in loco, ma anche queste attività potrebbero venire sospese in base ai cambiamenti dell'ambiente operativo, ha detto l'azienda.

Negli ultimi giorni un'ondata di marchi internazionali del settore dei consumi, come Nike Inc, Levi Strauss & Co e Ikea, ha comunicato la sospensione di vendite e investimenti in Russia.

(Tradotto da Michela Piersimoni, editing Sabina Suzzi)