MILANO (MF-DJ)--La moda fa i conti con la guerra in Ucraina. E se nelle scorse settimane molti gruppi, da Lvmh a Kering, da Prada a Hermès e Moncler si sono attivati sul fronte della solidarietà e hanno poi chiuso le attività con la Russia, ora MFF cerca di fare il punto sugli scenari all'orizzonte. Per Luca Solca di Bernstein sono tre gli scenari che il lusso potrebbe affrontare.

«In quello peggiore la politica monetaria più permissiva persiste perché la Russia prende il controllo dell'Ucraina e le sanzioni economiche restano in vigore a tempo indeterminato. In questo caso la traiettoria di crescita della domanda di lusso nel 2022 sarà più colpita e crescerà solo dell'1%». Le sanzioni alla Russia possono innescare un'ulteriore impennata dei costi energetici e dell'inflazione e questo a sua volta può sfociare in un rallentamento della crescita del pil globale o addirittura in una recessione. Qualora si presentasse tale scenario, riporta Solca, ci sarebbe un significativo aggiustamento al ribasso nei mercati azionari globali e nei prezzi dei beni. «In questo contesto, lo status dei consumatori di fascia alta sarebbe intaccato, il che porterebbe a un improvviso arresto della spesa discrezionale di fascia alta».

La somma di tutti gli elementi elencati finora si tradurrebbe in una performance di ricavi e profitti moda significativamente inferiore a quanto previsto nel 2022. Il conflitto russo-ucraino potrebbe pesare fino a 8 miliardi di euro sul lusso. Sarebbe a dire una flessione di circa il 2-3% del fatturato globale. Lo sottolineano gli analisti di Bain&Company, che insieme ad altri esperti di settore hanno espresso a MFF le loro previsioni sul comparto. La Russia e l'Ucraina, in realtà, non sono particolarmente rilevanti per il mercato del fashion luxury. «L'esposizione diretta alla domanda di beni russa e ucraina è vicina al 4-5% nel suo complesso», ha spiegato Luca Solca di Bernstein.

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March 21, 2022 03:34 ET (07:34 GMT)