ROMA (MF-DJ)--"Nonostante la crescita delle audience e del consumo di informazione, rilevato almeno per televisione e Internet, i risultati economici sono fortemente negativi per tutti i mezzi di comunicazione e le analisi mostrano una flessione degli introiti pubblicitari causata sia dalla minore disponibilità di spesa degli inserzionisti sia dall'abbassamento dei prezzi di vendita degli spazi pubblicitari, ad eccezione di quelli dell'online. Tutto ciò si traduce in una riduzione complessiva dei ricavi per i media, che alla fine del 2020 scendono a 11 miliardi, con una perdita rispetto al 2019 di oltre 1 miliardo, corrispondente a una variazione negativa del 9,5%, in analogia con il generale quadro macroeconomico (con una variazione del Pil pari a -9%)".

Lo afferma il presidente dell'Agcom, Giacomo Lasorella, illustrando la sua prima Relazione annuale 2021 al Parlamento. I periodici sono il comparto editoriale che ha sofferto di più, con una riduzione della raccolta pubblicitaria pari al 36,6%, seconda solo a forme pubblicitarie come il transit o l'outdoor. I primi tre operatori, (Sky, Rai e Fininvest), canalizzano comunque più dell'80% delle risorse.

"L'anno appena trascorso ha evidenziato, anche in connessione con la pandemia, un incremento significativo dell'offerta televisiva a pagamento sul web sia da parte di operatori tradizionali (Rai e Mediaset) sia nuovi (Netflix, Amazon Prime, Dazn, Disney+), che raggiungono una quota pari al 21% e costituiscono le uniche offerte in aumento (+7 punti percentuali), determinando peraltro anche la riduzione della concentrazione del relativo mercato (l'indice HHI passa da 7.242 punti a 6.624)", continua.

Nel settore radiofonico, nell'ultimo anno si è registrata una contrazione degli ascolti e dei ricavi, ma anche un cambiamento delle abitudini degli italiani a causa della riduzione degli spostamenti in auto, dell'ampio ricorso al lavoro agile.

pev

(END) Dow Jones Newswires

July 26, 2021 05:02 ET (09:02 GMT)