Reviva Pharmaceuticals Holdings, Inc. ha presentato i dati preclinici fondamentali che hanno supportato lo sviluppo clinico iniziale del suo nuovo stabilizzatore della serotonina-dopamina, la brilaroxazina, al 78° Convegno Scientifico Annuale della Società di Psichiatria Biologica (SOBP) a San Diego. L'Azienda ha anche annunciato l'accettazione di questi dati per la pubblicazione in Medical Research Archives. Le limitazioni degli attuali antipsicotici, prevalentemente composti selettivi dei recettori della dopamina o della dopamina e della serotonina, includono la risposta refrattaria, l'efficacia subottimale dei sintomi principali, l'aderenza e gli effetti collaterali neurologici e cardiometabolici.

Gli studi preclinici in tre diversi modelli roditori traslazionali, che catturano l'eterogeneità del gruppo di sintomi e della gravità, sono stati utilizzati per valutare il potenziale della brilaroxazina nell'affrontare i principali domini di sintomi tra i pazienti con schizofrenia. I punti salienti della presentazione del poster e della pubblicazione supportano il profilo differenziato della brilaroxazina: La brilaroxazina ha dimostrato effetti antipsicotici significativi sui comportamenti indotti da farmaci associati alla psicosi e alla schizofrenia in tre modelli roditori traslazionali standard: I modelli di roditori con arrampicata indotta da apomorfina (agonismo della dopamina) rappresentano i sintomi della schizofrenia acuta: la Brilaroxazina ha abbassato i punteggi di arrampicata in tutti i punti temporali attraverso le dosi, con una riduzione di ~5 volte rispetto al controllo con apomorfina; i modelli di roditori con inibizione degli impulsi indotta da apomorfina (PPI) rappresentano i comportamenti psicotici, in particolare i sintomi negativi e i deficit cognitivi: Inversione significativa dose-dipendente dei deficit PPI con la brilaroxazina rispetto al controllo con veicolo alle dosi di 3, 10 e 30 mg/kg; i modelli di roditori con induzione NMDA (un modello surrogato per i sistemi di dopamina e serotonina) forniscono valutazioni complessive dei sintomi e in particolare della locomozione per i sintomi positivi e della stereotipia per i sintomi negativi: La brilaroxazina ha ridotto significativamente i comportamenti di iperlocomozione e stereotipia indotti dalla dizocilpina in modo dose-dipendente attraverso le dosi di 3, 10 e 30 mg/kg. I dati preclinici rafforzano il profilo di efficacia della brilaroxazina visto negli studi clinici di Fase 1B in pazienti con schizofrenia stabile e di Fase 2 in pazienti con schizofrenia acuta e disturbi schizoaffettivi.

L'efficacia differenziata dimostrata nei pazienti con schizofrenia è probabilmente attribuita agli effetti multimodali della brilaroxazina, che coinvolge bersagli critici della dopamina e della serotonina e influenza il rilascio di citochine pro-infiammatorie.