SynAct Pharma AB ha comunicato ulteriori risultati dello studio EXPAND di Fase 2b, della durata di 12 settimane, che prevede l'uso di 100 mg di resomelagon orale una volta al giorno (AP1189) in pazienti con artrite reumatoide (RA) di nuova diagnosi che presentano una grave attività di malattia. SynAct ha annunciato in precedenza che, sebbene lo studio complessivo non abbia raggiunto il suo endpoint primario, il trattamento con resomelagon ha dimostrato un'efficacia e un'attività consistenti rispetto al placebo nei pazienti con livelli elevati di CRP (>3mg/L) al basale, come evidenziato da un tasso di risposta ACR20 del 70,6% a 12 settimane rispetto al 54,3% del gruppo placebo. Il comunicato odierno aggiunge dati più dettagliati sull'indice di disabilità HAQ, i dati del sotto-studio di risonanza magnetica delle articolazioni del polso e della mano e i dati dei biomarcatori, tutti a sostegno dell'efficacia e dell'attività di resomelagon in questa importante e rilevante popolazione di pazienti.

SynAct ha annunciato in precedenza che nei pazienti con CRP >3mg/L al basale, trattati con resomelagon, si è registrata una diminuzione media del punteggio HAQ-DI di 0,64, pari a quasi 3 volte la differenza minima clinicamente importante (MCID). La pubblicazione indica che le sezioni HAQ-DI che mostrano i maggiori miglioramenti medi della disabilità rispetto al placebo riguardano i miglioramenti della forza e della destrezza della mano. I pazienti trattati con Resomelagon hanno riportato un miglioramento del 50% nelle attività relative all'alimentazione, del 43% nel vestirsi e nel vestirsi e del 38% nella presa, rispetto al 24%, 25% e 18% rispettivamente del placebo.

Uno studio secondario che utilizzava la risonanza magnetica con contrasto per valutare l'infiammazione articolare nei pazienti con articolazioni infiammate del polso e della mano è stato condotto su 23 pazienti trattati con placebo. Il 74% dei pazienti trattati con resomelagon aveva CRP>3 mg/L al basale, rispetto al 33% del gruppo placebo. Le tecniche di risonanza magnetica utilizzate misurano il picco di potenziamento e il tasso di potenziamento di un agente di contrasto come indicatori dell'infiammazione sinoviale.

Confrontando la risonanza magnetica a 12 settimane con la risonanza magnetica al basale, il gruppo resomelagon ha mostrato una maggiore riduzione sia del picco di potenziamento medio (3,8 ml contro 1,2 ml) che del tasso iniziale medio di potenziamento (0,06 ml/sec contro 0,01 ml/sec), indicando una maggiore riduzione dell'intensità dell'infiammazione. L'attivazione di questi recettori può provocare sia effetti antinfiammatori, come la riduzione del livello di molecole pro-infiammatorie, sia effetti pro-risoluzione, come la commutazione dei macrofagi per eseguire la 'pulizia' dell'infiammazione, nota come efferocitosi (J Immun 2015, 194: 3381-3388). Questo duplice effetto ha dimostrato di essere efficace in modelli di malattie infiammatorie e autoimmuni e il potenziale clinico dell'approccio è attualmente testato in programmi clinici in pazienti con artrite reumatoide (ra).