ZURIGO (awp/ats) - Ancora una seduta in ribasso per la borsa svizzera: l'indice dei valori guida SMI ha chiuso a 10'429,40 punti, in flessione dello 0,45% rispetto a ieri, mentre il listino allargato SPI ha perso lo 0,23% a 13'380,41 punti.

Gli investitori si sono mossi con estrema cautela, per evitare di farsi trovare non sufficientemente preparati rispetto ai prossimi importanti sviluppi: alle 20.00 la Federal Reserve renderà infatti note le sue ultime mosse. È atteso un rialzo dei tassi di 0,75 punti, il terzo consecutivo di questa portata. Non è però nemmeno completamente escluso un ritocco di 100 punti base, uno scenario che potrebbe causare ulteriore nervosismo sul mercato.

Domani poi toccherà alla Banca nazionale svizzera (BNS) dire la sua: si prevede la fine dell'era dei tassi negativi, con il tasso guida che potrebbe passare dal -0,25% al +0,25%. Le strette monetarie praticate dagli istituti di emissione appaiono necessarie per lottare contro l'inflazione, che non sembra voler calare. Questo fa sorgere naturalmente timori riguardo alla tenuta della congiuntura, con effetti a cascata sugli utili aziendali.

Nel frattempo non ha aiutato a calmare gli animi, nel quadro generale, la notizia della mobilitazione parziale dell'esercito in Russia, per far fronte alla situazione in Ucraina. Le borse europee hanno avviato le contrattazioni deboli, ma sono riuscite poi a recuperare, anche con il supporto dell'apertura positiva di Wall Street. Il mercato di Zurigo si è invece limitato a galleggiare costantemente in territorio negativo.

Per quanto riguarda i singoli titoli Novartis (-1,38% a 75,79 franchi) ha fatto sapere che porterà davanti alla corte suprema americana una vertenza relativa al suo medicinale Gilenya, un farmaco per il trattamento della sclerosi multipla: l'obiettivo è evitare l'arrivo sul mercato americano di generici che potrebbero togliere alla società 300 milioni di dollari sul fronte dei ricavi. In difficoltà è apparsa anche Roche (-0,99% a 313,86 franchi), mentre si è difeso meglio il terzo peso massimo difensivo, Nestlé (+0,02% a 106,34 franchi).

Sensibile si è rivelato l'arretramento di Richemont (-1,62% a 100,15 franchi, con una flessione di 1,65 franchi), che da oggi viene però negoziata senza la cedola del dividendo di 3,25 franchi. Non perfettamente unitari si sono mostrati altri valori particolarmente sensibili alla congiuntura quali ABB (+0,54% a 26,13 franchi), Holcim (-0,18% a 43,46 franchi), Sika (+1,67% a 206,70 franchi) e Geberit (+1,99% a 430,40 franchi). Ancora in difficoltà si è trovata Sonova (-1,31% a 225,80 franchi), al suo terzo giorno nell'SMI, mentre in ambito tecnologico si è mossa poco Logitech (-0,24% a 46,32 franchi).

Fra i bancari Credit Suisse (+0,37% a 4,92 franchi) è stata preferita a UBS (-0,10% a 15,59 franchi). Tutti con il segno meno hanno terminato gli assicurativi Swiss Life (-0,79% a 499,80 franchi), Swiss Re (-1,20% a 79,20 franchi) e Zurich (-0,52% a 419,30 franchi). Nello stesso comparto finanziario ha perso ulteriormente terreno Partners Group (-0,84% a 874,40 franchi).

Nel mercato allargato Kühne+Nagel (-0,14% a 211,00) ha contenuto le perdite malgrado un abbassamento di obiettivo di corso deciso da Goldman Sachs, mentre Idorsia (-2,16% a 13,60 franchi) ha sofferto per un giudizio di Morgan Stanley. In modo ancora più negativo ha chiuso Aryzta (-8,90% a 1,03 franchi), azzoppata da un'analisi della banca cantonale di Zurigo.