Secondo la Corte di Giustizia Ue le concessioni sulle spiagge italiane, che si estendono per 7.500 chilometri di costa, devono essere oggetto di una procedura di selezione imparziale e trasparente. Il divieto di rinnovo automatico è enunciato "in modo incondizionato e sufficientemente preciso" dalla direttiva Bolkestein del 2006, precisa la Corte.

Inoltre stamani, la portavoce della Commissione Sonya Gospodinova ha detto ai giornalisti a Bruxelles che Thierry Breton, commissario europeo per il Mercato interno, ha sollevato la questione concessioni balneari durante un incontro a Roma con la premier Giorgia Meloni la scorsa settimana.

"Meloni ha assicurato che le autorità italiane garantiranno molto rapidamente l'attuazione della direttiva europea... ciò significa che le autorità nazionali procederanno ad allineare le norme nazionali con quelle europee", ha aggiunto Gospodinova.

Le licenze per l'affitto di lettini e ombrelloni sono tradizionalmente a gestione familiare e tramandate di generazione in Italia, nonostante gli imprenditori interessati a entrare nel settore sostengano di essere esclusi ingiustamente da un business importante.

Dopo ripetuti ritardi, le gare per le concessioni si sarebbero dovute svolgere entro il 2024, ma il governo Meloni le ha posticipate di un anno, nonostante le sentenze a favore della concorrenza anche da parte del Tar.

Una fonte governativa ha detto a Reuters che il governo sta valutando di tornare alla scadenza del 2024. Se l'Italia continuerà a sfidare le regole Ue sulle concessioni balneari, rischia di essere esposta a pesanti multe.

La coalizione di centrodestra ha spinto affinché gli attuali concessionari, per lo più italiani, mantengano la licenza, sostenendo che l'apertura del settore alla concorrenza straniera potrebbe far aumentare i prezzi.

Tuttavia, la Corte di Giustizia con sede in Lussemburgo ha stabilito che le concessioni non possono essere rinnovate automaticamente: "I tribunali nazionali e le autorità amministrative sono tenuti ad applicare le norme pertinenti del diritto Ue".

Le licenze sono ufficialmente di proprietà dello Stato, ma raramente vengono sottoposte a gare d'appalto pubbliche. Nel 2019, il governo ha ricavato solo 115 milioni di euro dalle concessioni, anche se si stima che il business valga circa 15 miliardi di euro l'anno, secondo uno studio Nomisma.

(Alvise Armellini, Giuseppe Fonte, Marine Strauss, editing Sabina Suzzi, Francesca Piscioneri)