BAE Systems ha completato con successo l'integrazione dello spettrometro ultravioletto (UV) dell'Osservatorio Carruthers Geocorona sul bus satellitare, il prossimo passo importante nel completamento del satellite di monitoraggio della Terra della NASA. Carruthers è un piccolo satellite (SmallSat) progettato sulla piattaforma configurabile di BAE Systems. Una volta in orbita al Punto Lagrange 1 (L1), l'osservatorio utilizzerà un imager UV avanzato per osservare l'esosfera?

la parte più esterna dell'atmosfera? per determinare come cambia in risposta al clima spaziale causato dal Sole. Carruthers dovrebbe essere il primo SmallSat ad operare a L1, un punto di orbita gravitazionalmente stabile tra la Terra e il Sole a circa 1 milione di chilometri di distanza, e sarà il primo satellite a fornire osservazioni continue dell'esosfera terrestre.

La missione si chiamava in precedenza Global Lyman-alpha Imager of the Dynamic Exosphere (GLIDE), ma è stata ribattezzata nel 2020 in onore del Dr. George R. Carruthers, il famoso scienziato responsabile della progettazione e della costruzione del telescopio lunare che ha scattato le prime immagini della geocorona terrestre dallo spazio come parte della missione Apollo 16. La missione fa parte di una collaborazione tra la NASA e lo Space Sciences Laboratory dell'Università della California, Berkeley, che ha sviluppato lo strumento scientifico principale con il supporto dello Space Dynamics Laboratory della Utah State University e del Liège Space Center. La dottoressa Lara Waldrop dell'Università dell'Illinois, Urbana-Champaign è il ricercatore principale della missione.

BAE Systems è stata responsabile della progettazione e della costruzione del bus satellitare per la missione, oltre a guidare l'integrazione e i test ambientali, che continueranno fino a giugno di quest'anno per garantire che il satellite resista alle condizioni di lancio e funzioni correttamente nello spazio. Il lancio del satellite è attualmente previsto per il 2025 come componente di condivisione della missione Interstellar Mapping and Acceleration Probe (IMAP) della NASA.