ZURIGO (awp/ats) - L'acquisizione di Credit Suisse (CS) da parte di UBS era alla fine "l'unica via praticabile": lo ha affermato Ulrich Körner, presidente della direzione della seconda banca elvetica, nel suo discorso all'assemblea generale in corso a Zurigo.

Il 60enne ha detto di condividere la delusione degli azionisti. "Dopo 167 anni, il Credit Suisse rinuncia alla sua indipendenza". Perlomeno l'annuncio della fusione ha creato immediatamente stabilità, generando fiducia, cosa che consente ora una transizione ordinata.

Come già detto dal presidente del consiglio di amministrazione (Cda) Axel Lehmann, anche Körner ha sostenuto che Credit Suisse "non aveva più tempo" per agire altrimenti. Il risultato annuale del 2022, con una perdita netta di 7,3 miliardi di franchi, è "assolutamente inaccettabile", ha sottolineato il manager. Ma ha anche dimostrato la necessità della nuova strategia annunciata a fine ottobre 2022. "Ci abbiamo lavorato con anima e corpo fino all'ultimo minuto".

Tuttavia, i problemi bancari negli Stati Uniti hanno provocato "onde d'urto globali e una massiccia perdita di fiducia", ha proseguito. "Noi siamo stati colpiti in modo particolarmente duro". L'istituto si è trovato costretto ad agire rapidamente e con decisione. "Il crollo di Credit Suisse sarebbe stato un disastro per l'economia globale e per la Svizzera".

Ora sta nascendo qualcosa di nuovo: l'integrazione di CS in UBS riunirà due dei principali gestori patrimoniali del mondo e due forti banche svizzere per creare una "società di servizi finanziari globali ancora più forte", si è detto convinto Körner. A suo avviso "lo spirito imprenditoriale dei dipendenti" rimarrà nella nuova entità.