MILANO (MF-DJ)--La Lega intende coinvolgere Eni nell'estrazione di terre rare, per rafforzare la politica nazionale sulle materie prime e l'indipendenza industriale del Paese.
Nel programma leghista, scrive MF, che non parla più in modo esplicito di separazione tra banche commerciali e banche d'affari, relegando l'argomento a un auspicio in un ragionamento più ampio sulla globalizzazione, trova invece spazio la proposta di una impresa mineraria pubblica « per lo sviluppo delle attività di esplorazione, estrazione e produzione di minerali critici e terre rare». Si tratta di 17 metalli, usati nella fabbricazione di prodotti ad alta tecnologia, molti dei quali quasi monopolio della Cina o di pochi Paesi produttori. La proposta si inserisce una più generale volontà del Carroccio di rilancio dell'industria estrattiva nazionale. Allo scopo la futura spa di Stato potrà muoversi «attraverso l'aggiudicazione di concessioni per lo sfruttamento e la commercializzazione delle risorse minerali, all'estero e in Italia». La Lega individua anche quale azienda dovrebbe gestire il tutto: si parla di «unità aziendale esistente già operante nell'upstream degli idrocarburi».
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