ROMA (MF-DJ)--La premier Giorgia Meloni, sbarcata ieri pomeriggio ad
Algeri, punta a trasformare l'Italia nell'hub energetico dell'intera
Europa. Un ruolo che darebbe al nostro Paese un "peso strategico
importante". Come ha detto nel suo primo discorso di programmatico in
Parlamento per la fiducia, Meloni vuole "creare un modello virtuoso di
collaborazione e crescita tra l'Unione europea e le nazioni africane", per realizzare uno "spazio di stabilitá e di prosperitá condivisa".
È il "piano Mattei per l'Africa", scrive il "Messaggero", con
investimenti europei non ancora definiti, ma che qualche settimana fa il
vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha quantificato in 10 mld di euro. Due sono gli obiettivi, riporta la stampa: il primo è
migliorare le condizioni economiche e sociali del continente africano per
"fermare all'origine" l'ondata migratoria che rischia di diventare, anno
dopo anno, "sempre piú massiccia". Il secondo, invece, corre
sottotraccia: frenare l'espansionismo della Cina e della Russia in Algeria.
Meloni, secondo il "Corriere della Sera", ne ha discusso con il capo
dello Stato Sergio Mattarella nel corso dell'ultimo Consiglio supremo di
Difesa. L'obiettivo, sul fronte energetico, resta quello di arrivare entro due anni al totale sganciamento dal gas russo, per poi crescere
progressivamente come hub di distribuzione di energia dal Nord Africa al
cuore dell'Unione europea.
Le stime del governo dicono che fra cinque anni l'Italia potrebbe
cominciare a smistare al resto dei partner della Ue sino 60 miliardi di
metri cubi di gas, se non oltre. In testa Germania, Austria e Ungheria. La visita in Algeria di Giorgia Meloni si muove lungo questo orizzonte. E
nella cornice di un modello che l'Eni (ieri sera l'ad Claudio De Scalzi
partecipava alla cena fra il nostro capo del governo e il primo ministro
algerino) porta avanti con diversi Paesi, e ovviamente anche qui, con
accordi multipli che coinvolgono la compagnia statale Sonatrach.
Da un lato trasformare il nostro Paese in un hub di energia significa
aumentare notevolmente il flusso di gas da tutti gli Stati produttori e
collegati alla Penisola, dall'Egitto al Mozambico, dall'Azerbajan alla
Libia (secondo le stime del nostro esecutivo un Paese stabilizzato
potrebbe veder salire il suo export verso Roma da 2 miliardi di metri cubi a 9 miliardi). Dall'altro significa investire massicciamente nella
transizione energetica degli Stati produttori: oggi in Europa arriva il
loro gas, domani, ovviamente nel lungo periodo, per noi e per loro, verrá
smistata energia pulita.
Gli accordi che oggi l'Eni firmerá con la compagnia statale algerina si
muovono su questo solco, fornire ai propri clienti energia sostenibile e
sicura, accelerando al tempo stesso il percorso di decarbonizzazione.
Energie rinnovabili, idrogeno, cattura di Co2, bio-raffinazione, sono solo alcuni dei settori degli accordi siglati con Algeri sin qui e che oggi vedranno aggiungersi un nuovo contratto. Intese che domani garantiranno un dividendo energetico non solo al Paese ospitante: il progetto Elmed ad esempio, che collegherá la Tunisia all'Italia ù finanziato al 40% da Bruxelles, che coinvolge Terna e l'omologa tunisina Steg consentirá il passaggio di energia elettrica, con una capacitá di 600 Mw, verso la Penisola, ma non solo di energia prodotta negli stabilimenti industriali tunisini. Di fatto sará il primo passo concreto di una forte integrazione elettrica fra Europa e Nordafrica.
"Il governo ha una sua strategia per diversificare gli approvvigionamenti, aumentare la produzione interna al fine di diventare a breve l'hub del gas europeo e ridurre nel contempo la nostra dipendenza
dall'estero", ha detto il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, in un'intervista al "Corriere della Sera", facendo riferimento proprio alla visita della premier ad Algeri e a quella del ministro degli Esteri in Egitto. Il ministro ha anche annunciato una sua "prossima missione in Azerbaigian".
gug
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January 23, 2023 05:01 ET (10:01 GMT)