ROMA (MF-DJ)--La questione è intricata perché è la prima volta in Italia che una procedura di liquidazione coatta amministrativa, disposta dalle autorità nei confronti di una società di intermediazione mobiliare, è dichiarata nulla prima dal Tar e poi dal Consiglio di Stato. È successo ad Advance, sim con sede a Milano, che tra le altre cose si era occupata in passato del processo di ammissione della Società Editoriale Il Fatto al mercato Egm (allora Aim) di Piazza Affari.

Alla presidenza c'era Dario Cardilli, manager ex Unicredit e alla guida, come amministratore delegato, Luca Pierazzi, ex Euromobilare e Dresder, con Massimo Grosso (ex Ubs) tra i manager di punta, tutti azionisti della sim. Nel 2016 la società aveva ricevuto da Borsa Italiana la qualifica di nomad e global coordinator per consentire appunto di accompagnare le pmi nel processo di quotazione. Poi però, nel 2019, dopo un'ispezione di Banca d'Italia, con il decreto del ministero dell'Economia, era stata disposta la procedura di liquidazione coatta amministrativa della società, con il contestuale insediamento degli organi liquidatori, cui si era aggiunta in seguenza una multa Consob da 50 mila euro.

Ma a tre anni di distanza, scrive MF-Milano Finanza, quel procedimento di liquidazione coatta amministrativo è stato dichiarato nullo, a sorpresa, prima dal Tribunale amministrativo del Lazio e poi, la scorsa estate, anche dal Consiglio di Stato, creando un precedente assoluto nella giurisprudenza italiana. Secondo i giudici, in sostanza, la liquidazione coatta amministrativa sarebbe stato un intervento troppo duro per Advance sim e Banca d'Italia avrebbe potuto valutare altri possibili interventi prima di arrivare alla proceduta più estrema. Anche perché l'attività finita nel mirino degli ispettori, ovvero la gestione patrimoniale per conto terzi, rappresentava una componente marginale del giro d'affari della sim focalizzata appunto sull'attività di Nomad. Ma, evidentemente, per Via Nazionale non c'erano alternativa alla scelta di liquidazione che, dopo le ispezioni, è stata considerata quella appropriata. Fatto sta che la decisione del Consiglio di Stato ha aperto a questo punto la strada a nuovi scenari ancora tutti da verificare.

La prima questione da chiarire riguarda la richiesta risarcitoria che è stata avanzata in questi giorni dalla società e dai suoi ex manager nei confronti delle autorità di vigilanza e del ministero dell'Economia. L'impresa, proprio qualche settimana prima del provvedimento, era stata tra l'altro oggetto di una valutazione indipendente per un'operazione sul capitale che era allo studio in quel periodo. Valore certificato quindi ma improvvisamente crollato dopo l'avvio della procedura di liquidazione coatta che ha bloccato il nuovo business da un giorno all'altro. A questo si aggiunge il danno reputazionale subito dai manager in conseguenza del decreto del ministero dell'Economia, anche loro pronti ora a chiedere i danni.

Non solo. Va chiarito anche cosa fare oggi della sim cui organi sono stati ricostituiti all'improvviso dopo la sentenza del Consiglio di Stato. Anche qui in un territorio tutto nuovo. L'unico precedente in materia riguarda la Banca Popolare di Spoleto, il cui commissariamento era stata annullato per un vizio di forma, sanato però a breve distanza con intervento retroattivo correttivo. Nel caso di Advance la procedura che sarebbe stata individuata è quella della liquidazione volontaria, ma bisogna capire come procedere.

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2409:59 feb 2023


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February 24, 2023 04:01 ET (09:01 GMT)