Milano, 31 marzo 2021 - 'Le risorse previste del Recovery Plan per investimenti in infrastrutture non sono sufficienti, con uno stanziamento di poco più di 32 miliardi di euro in sei anni, quando in un periodo equivalente sarebbero stati investiti 90 miliardi da bilancio dello Stato. Le risorse del Recovery Plan devono quindi essere necessariamente addizionali, e non sostitutive, per alimentare quello sforzo titanico di cui l'Italia ha bisogno per far ripartire il paese e l'occupazione. La credibilità del Presidente Draghi è indiscutibile in Europa dove dobbiamo combattere una battaglia importante per acquisire tutte le risorse che possano far ripartire il Paese'.
Così Pietro Salini, Amministratore Delegato di Webuild, in un'intervista al programma Restart su Rai2 ha commentato la necessità di investimenti in infrastrutture che siano volano per la crescita economica e per la creazione di nuovi posti di lavoro.

L'emergenza occupazionale resta infatti la priorità assoluta per Salini. 'Tutte le imprese devono essere sostenibili ma per il nostro Gruppo la vera sostenibilità in un Paese come il nostro è dare lavoro soprattutto ai giovani e ripartire dalla sanità che abbiamo visto essere molto fragile, rafforzando i legami fondamentali per crescere pensando al futuro'. Un impegno per la creazione di lavoro nel Paese che ha dato i suoi frutti con la conclusione dell'operazione industriale che ha portato all'integrazione di Astaldi nel Gruppo Webuild. 'Abbiamo salvaguardato 20.000 posti di lavoro, tra 15.000 persone di Astaldi e 5.000 persone che abbiamo assunto, grazie ad una operazione come Progetto Italia fatta insieme a CDP Equity, Intesa Sanpaolo, UniCredit, e Banco BPM. E continueremo ad assumere. Il futuro per un giovane in questo Paese deve ripartire dallo studio e per noi imprenditori ogni sforzo deve essere orientato a dare lavoro'.

Ma le aziende, ha sottolineato Salini, devono essere messe in condizioni di poter lavorare. 'Il Codice degli Appalti è spesso un ostacolo perché è scritto non con la finalità di realizzare opere ma di assicurare un processo lungo e spesso poco efficace. Se ritornassimo alla normativa europea come fanno molti Paesi potremmo superare questi ostacoli, come abbiamo fatto per il Ponte di Genova. Il modello è replicabile con amministrazioni capaci che collaborino con società di costruzioni capaci'.

E proprio il Gruppo sarebbe in grado di far partire da subito il Ponte sullo Stretto di Messina e farne un asse fondamentale di collegamento con la Sicilia, per rendere ancora più efficace il valore dell'alta velocità ferroviaria nel Sud Italia. 'Si stanno investendo 20 miliardi di euro per l'alta velocità da Napoli a Palermo e fare il Ponte è indispensabile per l'Italia. In tema di grandi opere ci dimentichiamo spesso dei costi del non fare. Il Ponte sullo Stretto di Messina vale per esempio 6 miliardi l'anno di costi del non fare, di mancato turismo, di mancati scambi commerciali.'.

Ma prima di tutto, ha continuato Salini, è necessario procedere velocemente con il piano vaccinale, per mettere il Paese in condizione di ripartire, e per questo 'ci siamo resi disponibili a supportare il piano vaccinale all'interno della nostra società, mettendo a disposizione personale e strutture'.

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