Alcuni media hanno pubblicato i risultati di un'indagine che riguardava una fuga di dati di migliaia di conti aperti presso l'istituto negli scorsi decenni, tra cui compaiono molte personalità che si sono macchiate di violazioni dei diritti umani e uomini d'affari soggetti a sanzioni.

Credit Suisse respinge qualsiasi accusa di illeciti e ha detto che le indiscrezioni stampa si basano su informazioni "parziali, inaccurate o selettive prese fuori contesto".

Il Partito Popolare Europeo, gruppo conservatore che detiene il maggior numero di seggi nel Parlamento europeo, ha chiesto alla Commissione Ue di "considerare la Svizzera come Paese ad alto rischio di riciclaggio".

"Le scoperte legate agli 'Swiss Secrets' rivelano grandi lacune nella prevenzione del riciclaggio di denaro", ha detto Markus Ferber, coordinatore agli affari economici.

"Quando le banche svizzere non sono in grado di applicare correttamente gli standard internazionali anti-riciclaggio, la stessa Svizzera diventa una giurisdizione ad alto rischio", ha aggiunto.

La "blacklist" del blocco contiene al momento 21 Paesi che sono ritenuti inadempienti a livello normativo e di pratiche nel contrasto al fenomeno del riciclaggio. Tra questi compaiono Iran, Myanmar, Siria e Corea del Nord. Nessun Paese europeo è sulla lista.

Le autorità svizzere e la Commissione europea, che è responsabile di redigere e revisionare la lista, non sono state immediatamente disponibili per un commento.

(Francesco Guarascio, tradotto da Michela Piersimoni, editing Gianluca Semeraro)