"Cybersecurity? Sarà il problema principale dei prossimi 5 anni: servono sistemi di difesa 'made in Italy'"

Marco Patuano di Digital Value, leader nel settore Ict infrastrutturale: il gruppo per il 2021 proietta ricavi superiori ai 550 milioni

Un primo semestre in grande crescita e la prospettiva di espandersi ancora grazie alla spinta alla digitalizzazione che arriva del Pnrr. Marco Patuano, Board Member e Senior Advisor di Digital Value, racconta le strategie future di Digital Value, leader nel settore Ict infrastrutturale che per il 2021 proietta ricavi superiori ai 550 milioni e si prepara a valutare una strategia di mergers and acquisitions per consolidare ulteriormente la propria forza. Il gruppo, inoltre, ha chiuso i primi sei mesi del 2021 con ricavi consolidati pari a 256,4 milioni (+21,7% rispetto allo stesso periodo del 2020), ebitda consolidato di 25,6 milioni (+26,8% sul 2020) e utile netto consolidato pari a 13,6 milioni (+29,6% rispetto al 2020). Migliorata anche la posizione

finanziaria netta, che è passata a 27,8 milioni di euro rispetto agli 11,7 milioni al 30 giugno 2020 (+137,6%). Segnali positivi confermati anche dalle ultime commesse: tra il 17 e il 21 giugno Digital Value ha chiuso due gare dal valore di oltre 63 milioni di euro. Grazie a uno sguardo privilegiato sul tumultuoso processo di digitalizzazione in atto, Patuano analizza anche il problema della cybersecurity e della poca consapevolezza dei rischi che si possono correre.

Partendo dall'attualità, stiamo pagando i mancati investimenti fatti in cybersecurity?

E' il problema principale dei prossimi 4-5 anni. Aumentando il livello di digitalizzazione dell'economia e della vita, diventa sempre più importante il tema del digital crime. Faccio un esempio. Se si ha la carta di credito sul cellulare non si può ignorare che prima o poi qualche hacker cercherà di rubare questi dati. Quindi bisognerà bilanciare tra il bisogno di comodità e una maggiore prudenza rispetto al passato. La campagna contro il cybercrime è solo all'inizio: dovremmo lavorare sulle infrastrutture e dotarci di cyber defence, oltre ad assumere comportamenti più corretti da parte di tutti, a partire da coloro che lavorano da casa. Si è aperta una stagione che non conoscevamo, siamo tutti neofiti del tema. Dovremmo anche iniziare a lavorare per avere dei sistemi di difesa quantomeno europei, se non proprio italiani.

Quali sono i segnali che può cogliere dalla chiusura tanto positiva di questo semestre?

Il primo semestre 2021 raccoglie il testimone di un 2020 molto strano. Strano perché il settore infrastrutturale della Ict ha performato molto bene. Tutti si sono ritrovati a dover lavorare in modo diverso e molti si sono resi conto che le proprie infrastrutture digitali non erano all'altezza per mantenere i livelli di produttività ed efficienza richiesti. Noi ci occupiamo

di soluzioni e infrastrutture digitali per grandi clienti e questo ha consentito di trovarci nella condizione ideale per mettere a segno un 2020 di crescita. Il 2021 ha confermato questa tendenza proprio perché i progetti a cui lavoriamo sono pluriennali e poi perché l'innovazione è sempre più rapida e anche le soluzioni si devono adeguare a questa rapidità.

Quali sono le tappe che vi hanno portato a essere tra le società più performanti sul mercato Aim?

Il Gruppo nasce dall'integrazione di Italware e Itd Solution che avevano in comune proprio il focus sulle infrastrutture Ict. Il passaggio della quotazione è stato molto importante perché ha dato la possibilità di strutturarsi in modo diverso. Quindi è stato avviato un percorso di managerializzazione e rafforzamento, attraendo talenti da realtà anche più grandi. Digital Value si è quotata nel novembre 2018 grazie alla spac in cloud promossa da Simone Strocchi. Al momento della quotazione il titolo era 10 euro, oggi vale oltre 85 euro, più che raddoppiando il valore borsistico nel solo 2021.

Come sta andando il processo di digitalizzazione sia per le imprese sia per la Pa?

Credo siamo davvero a una svolta epocale. Si sta verificando una tempesta perfetta positiva che parte dalla digitalizzazione della vita quotidiana e quindi dalla domanda di digitale. Si è sempre parlato del digital gap dell'Italia dovuto anche a una grande carenza culturale che ora si sta colmando. Un secondo tema è l'innovazione tecnologica, oggi le soluzioni tecnologiche sono cresciute moltissimo. E poi, dopo il momento di buio economico rappresentato dalla crisi pandemica, ora siamo in un momento di entusiasmo e le aziende sono pronte ad investire. Ancora i fondi del

Pnrr non sono arrivati ma tutti siamo sicuri che arriveranno e c'è una fiducia istituzionale fortissima. Questa tempesta perfetta positiva ci sta portando nella direzione giusta anche per la digitalizzazione della Pa: ci sono le risorse, ci sono le competenze, c'è la tecnologia e c'è la volontà.

Quali sono gli effetti positivi che potrà avere il Pnrr per il vostro Gruppo?

"Se si confronta il Pnrr italiano con gli equivalenti degli altri Paesi si scopre che l'Italia è la nazione che ha allocato più risorse in percentuale sulle tematiche della digitalizzazione. Noi contribuiamo a un design di soluzioni complesse e questo fa la differenza. Quindi è davvero un'occasione straordinaria per il mix tra la volontà di investire delle imprese, l'arrivo dei fondi del Pnrr e il nostro approccio al mercato che ci vede come partner delle imprese in questo processo".

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Digital Value S.p.A. published this content on 24 August 2021 and is solely responsible for the information contained therein. Distributed by Public, unedited and unaltered, on 24 August 2021 07:43:01 UTC.