MILANO (MF-DJ)--I combustibili fossili saranno inseparabili, e insostituibili, compagni di strada anche nel 2022. Se il petrolio continua a guidare rendimenti, buy-back e corsi azionari dei grandi gruppi votati alla transizione energetica, come Eni, BP, Shell e Total, è il gas a essersi ripreso la scena sul finire del 2021, e la manterrà per tutto il 2022 e oltre, soprattutto se avrà cittadinanza nella tassonomia Ue.

La più ibrida tra le commodity, tanto da essere presa in considerazione da Bruxelles come fonte utile alla transizione energetica, scrive Milano Finanza, si è scoperta indispensabile proprio per le ripercussioni che le sue impennate di prezzo hanno (e avranno) sulla bolletta, dopo che il meccanismo di domanda e offerta si è inceppato, finendo anche per riacutizzare tensioni geopolitiche latenti. Tra la vigilia di Natale e Capodanno, per sopperire alla riduzione delle forniture dalla Russia, cargo carichi di Gnl (Gas naturale liquefatto) hanno attraversato l'Atlantico dagli Usa alle coste europee, ed è bastato seguirne la rotta sulle carte nautiche per abbattere immediatamente il prezzo del gas. Prima 5, poi 10, infine più di 20, i tanker hanno preso la rotta del Mediterraneo. Secondo gli analisti, il Gnl della provvidenza arriva dagli impianti di liquefazione di Bp, Shell, Exxon e Cheniere, favorendone gioco forza i rispettivi titoli. Ma per i prezzi sarà vero ribasso? La prova si avrà solo misurando l'andamento nel primo trimestre dell'anno, tenendo in conto non solo i rifornimenti via mare, ma anche le temperature dei mesi tradizionalmente più rigidi dell'inverno, e il terzo e più incontrollabile fattore, la diffusione della variante Omicron e l'effetto frenante che potrebbe avere sui consumi, in base alle misure adottate dai singoli Paesi. Intanto però, se avanti si deve guardare, un indicatore attendibile di come la pensa il mercato arriva dalle quotazioni dei future di gennaio relativi ai prezzi sul Ttf, l'hub dei Paesi bassi che è il principale punto di arrivo del gas europeo. Ebbene, i future per il primo mese dell'anno sono già scesi da 60 a 42 dollari per mmbtu, ovvero un milione di British thermal unit, l'unità di misura convenzionale utilizzata dal mercato, e nell'ultima settimana si è vista un'ulteriore scia di ribassi.

red/lab

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0308:31 gen 2022

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January 03, 2022 02:33 ET (07:33 GMT)