ROMA (MF-DJ)--Nel piano industriale di Suez al 2030 sono otto i Paesi considerati «vivaci», quelli che già dal 2027 si prevede alimenteranno il 40% del fatturato del colosso idrico francese, con un tasso di crescita tra il 4 e il 5% annuo dagli oltre 9 miliardi di euro attesi dal bilancio 2022. Tra questi otto Paesi, insieme a Regno Unito, Cina, India, Australia, Medio Oriente e Africa, c'è l'Italia, affidata da settembre 2022 a un nuovo ceo, Massimiliano Bianco, già ai vertici di Iren e Acquedotto Pugliese. Scelto per le sue credenziali nel core business idrico-ambientale, Bianco ha in mano un largo portafoglio di progetti, comprese le nuove jv in pista con Acea, l'utility capitolina di cui Suez ha il 23,3%.

Domanda. Come sta il mercato idrico italiano?

Risposta. In Italia il consumo di acqua pro-capite si attesta su 236 litri al giorno, quasi il doppio rispetto alla media europea.

Le infrastrutture, però, sono vecchie e poco efficienti: il 60% della rete ha oltre 30 anni, e il 25% addirittura più di 50. L'Italia è fanalino di coda in Europa.

D. Consumiamo molto e investiamo poco?

R. Sì. Il livello di investimenti è ancora molto limitato. Quelli pro-capite del Servizio Idrico Integrato in Italia nel 2021 sono stati pari a 56 euro per abitante, mentre la media europea è intorno agli 80 euro. Per allinearsi servirebbero dai 2 ai 3 miliardi di euro in più all'anno, anche se va sottolineato l'enorme passo avanti fatto dal 2012, con un aumento di circa il 47% degli investimenti.

D. Una mano la darà il Pnrr

R. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza destina 4,4 miliardi di euro alla tutela del territorio e della risorsa idrica. Va affiancato con progetti di partenariato pubblico privato per amplificarne gli effetti positivi. Vanno mobilitate risorse per aumentare la disponibilità di acqua potabile, soprattutto nel Mezzogiorno e nelle isole. Tra fondi nazionali ed europei ci sono quasi 8 miliardi di euro, una parte andrebbe destinata alla produzione di acqua ad uso potabile da acqua marina.

D. Avete progetti in corso?

R. All'Elba stiamo realizzando un impianto di dissalazione capace di trattare 80 litri al secondo. Contribuirà a rendere l'isola meno dipendente dalle forniture di acqua dalla terraferma. La fine dei lavori è prevista per quest'anno, con avviamento entro marzo 2024. L'altro grande progetto riguarda invece le acque del Po, per l'ammodernamento e l' estensione dell'impianto che serve Torino, il più grande in Italia per la produzione di acqua potabile. È un contratto da circa 85 milioni di euro, per portare la capacità da 2.500 a 3.500 litri al secondo. L'inizio lavori è previsto per l'estate 2023, con la messa in funzione della prima linea entro dicembre 2025, e della seconda nel 2028.

D. Tra i problemi maggiori nella gestione delle reti idriche ci sono ancora gli sprechi.

R. Vero, e con l'attenzione crescente alla sostenibilità questa è un'urgenza che va risolta. Per combattere gli sprechi nelle reti idriche stiamo supportando numerosi gestori del servizio, come Metropolitana Milanese nella digitalizzazione della infrastruttura con la prima applicazione di Digital Twin in Italia, che consente di localizzare le perdite utilizzando algoritmi d'intelligenza artificiale, evitando così interventi più costosi.

D. Correte con Acea per il termovalorizzatore di Roma. Cos'altro c'è in pista?

R. I rapporti tra soci sono ottimi, c'è pieno sostegno al rafforzamento della leadership italiana di Acea nel servizio idrico.

Quest'anno partirà la prima delle due società a maggioranza alternata Suez-Acea per progettare e commercializzare i contatori idrici intelligenti in Italia, e poi all'estero. È un'operazione in cui crediamo molto, il contatore smart rileverà i consumi in modo più preciso e consentirà di gestire i flussi da remoto.

pev


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March 22, 2023 04:06 ET (08:06 GMT)