ROMA (MF-DJ)--Ita, la «nuova Alitalia», non riceverà dallo Stato aumenti di capitale per 3 miliardi di euro, come aveva previsto il governo Conte nel decreto Rilancio, ma «solo» per 1 miliardo e 350 milioni. Questo è previsto negli accordi tra il governo italiano e la Commissione Ue, recepiti nel nuovo piano industriale 2021-2025 di Ita, le cui «linee» sono state approvate il 15 luglio dal cda, sotto la guida del nuovo presidente esecutivo, Alfredo Altavilla.

Lo scrive Il Sole 24 Ore aggiungendo che le cifre del piano di Ita modificato, con le condizioni imposte da Bruxelles al governo Draghi, sono in gran parte riservate. La riduzione delle ricapitalizzazioni che il Mef inietterà in Ita è conseguente al ridimensionamento degli investimenti. Non si sa se, oltre a Bruxelles, anche il governo Draghi abbia frenato, per ridurre la spesa.

Gli aumenti di capitale previsti nel piano illustrato dall'a.d. Fabio Lazzerini sono tre: 700 milioni prima del 15 ottobre prossimo, 400 milioni nel 2022, 250 milioni nel 2023. Nient'altro fino al 2025. Ita ha già avuto 20 milioni per le spese di avvio. Gli aumenti di capitale dovranno servire per finanziare l'acquisto delle attività da Alitalia (Ita vuole comprare anche il marchio, «elemento imprescindibile» per il piano), l'acquisto di aerei nuovi e per coprire le perdite. Il piano prevede bilanci in rosso fino a tutto il 2023, con risultati un po' peggiori rispetto alle proiezioni del piano approvato dal cda lo scorso 18 dicembre.

Nel 2022 la perdita netta sarà superiore a 200 milioni. Il primo utile netto è stimato nel 2024, qualche decina di milioni, con Ebit positivo sui 105 milioni. Nel 2025 è previsto un Ebit di 209 milioni e un utile netto un po' sopra i 100 milioni. Suscita interrogativi la previsione di raggiungere nel 2025 un fatturato di 3.329 milioni cioè come quello che aveva Alitalia fino al 2019, che però aveva una flotta più ampia. Ita, che decollerà con circa 2.800 dipendenti (7.300 in meno dell'organico Alitalia) avrà meno aerei: 52 quest'anno, 105 nel 2025 (ne aveva 113 a fine 2019) e soprattutto meno jet di lungo raggio: 7 quest'anno, 23 nel 2025 (erano 26 nel 2019). Inoltre ci sarà più concorrenza, sia per la tendenza alla crescita delle low cost e alla riduzione delle tariffe, sia per il taglio del 15% degli slot a Linate.

Per gli investimenti in nuovi aerei il piano prevede una spesa di circa 1,5 miliardi, contro i 2,6 miliardi previsti in dicembre. Ita prevede di finanziare la nuova flotta per il 40% con capitale (5-600 milioni) e per il 60% con debito. Le proiezioni sono state convalidate da due advisor di Ita, che hanno fatto un rapporto alla Commissione, Kearney sul business plan, Mediobanca sui conti. Senza esprimersi sulle ipotesi del business plan, Mediobanca ha calcolato un rendimento medio dell'investimento nei cinque anni di circa il 12-13% annuo, superiore al costo del capitale (10% circa). Secondo l'advisor è rispettato il Meop («Market economy operator principle»), criterio che valuta se l'azionista pubblico si comporta come un investitore privato. A fine 2025 il valore finanziario del patrimonio netto di Ita dovrebbe essere sui 2 miliardi, rispetto all'iniezione di 1,35 miliardi di soldi pubblici. In passato nessun piano presentato da Alitalia alla Ue per ottenere aiuti di Stato è stato rispettato. Adesso parte una nuova sfida.

pev

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July 20, 2021 02:38 ET (06:38 GMT)