BAAR (ZG) (awp/ats/awp) - L'anno scorso la redditività dell'azienda attiva nei prodotti chimici per l'edilizia Sika ha risentito degli elevati costi di integrazione di MBCC, ex filiale del gigante tedesco BASF. Ha pesato anche l'apprezzamento del franco.

I costi di integrazione di MBCC sono stati pari a 131,5 milioni, andati ad aggiungersi ad altri elementi sfavorevoli per circa 90 milioni, si legge in una nota odierna dell'azienda.

L'utile netto è diminuito dell'8,6%, a 1,06 miliardi di franchi, nonostante la forte crescita dei ricavi: già noto da gennaio, il fatturato è aumentato del 7,1% a 11,24 miliardi, alimentato principalmente proprio dall'acquisizione di MBCC.

L'utile operativo lordo (EBITDA) è salito del 4,1% a 2,04 miliardi, mentre l'utile prima della deduzione degli interessi e delle tasse (EBIT) è sceso dell'1,9% a 1,55 miliardi.

Il risultato è conforme alle attese degli analisti interrogati dall'agenzia di stampa economico finanziaria Awp, che avevano anticipato un risultato netto di 1,05 miliardi.

Sika precisa che agli azionisti verrà offerto un dividendo di 3,30 franchi, 10 centesimi in più rispetto a quello attuale. Per l'anno in corso la direzione del gruppo con sede a Baar (ZG) evoca una crescita del 6-9% in valuta locale.

4,5 milioni a Ceo

Nella nota, l'impresa indica anche che il direttore generale, Thomas Hasler, ha ricevuto una rimunerazione di poco più di 4,5 milioni di franchi (stipendio e bonus). Si tratta di un importo leggermente superiore a quello dell'anno precedente, quando ha guadagnato poco meno di 4,2 milioni. Nel suo primo anno come Ceo di Sika, nel 2021, Hasler, entrato in carica in maggio, aveva ricevuto 2,7 milioni.