ROMA (MF-DJ)--Per Confindustria Energia entro il 2026 è possibile cantierare progetti già pronti per 62 mld nell'ottica di accelerare la transizione energetica. Si tratterebbe di un segnale concreto verso

l'accelerazione dello sviluppo delle infrastrutture energetiche che recuperi i ritardi degli ultimi anni e dia una risposta agli

obiettivi ambientali sempre più sfidanti, secondo l'associazione. Ecco gli otto progetti.

- Realizzazione di nuovi impianti fotovoltaici (inclusi quelli in aree degradate, ex aree industriali e agricole inutilizzate) ed eolici

(compreso il repowering) che consentiranno di installare già al 2026 almeno 40 GW di nuova capacità rinnovabile (quasi il 50% di

quella prevista al 2030) e circa 25 GWh di nuovi accumuli di grande taglia;

- Nuovi collegamenti/interconnessioni per garantire adeguati livelli di affidabilità e di adeguatezza del sistema elettrico favorendo la

piena integrazione delle zone di mercato così come delle fonti rinnovabili. Tra questi, risultano significativi i progetti: HVDC Centro

Sud / Centro Nord; HVDC Continente - Sicilia - Sardegna (West Link); Sardegna-Corsica-Italia; 380 kV Bolano-Paradiso; Elettrodotto

380 kV Foggia-Gissi, di cui all'intervento Elettrodotto 400kV Foggia-Villanova;

- I progetti di valorizzazione delle riserve di gas naturale nazionale riguardano un piano di interventi articolato e distribuito nel

territorio che consentono di contenere la depletion annuale (circa il 15% annuo) dei giacimenti attuali e, grazie ai nuovi apporti, portare entro il 2025 i volumi di gas domestico da 3 a circa 6 Bcm/anno. In particolare è previsto lo sviluppo dei campi situati nella zona dell'Adriatico posta a sud del 45° parallelo e dei campi nel canale di Sicilia, sinergici al progetto Cassiopea, posti tra le 9 e le 12 miglia (riserve stimate in 15 Gsmc);

- Nuove infrastrutture di rigassificazione, stoccaggio, distribuzione e utilizzo del GNL. Sono stati già autorizzati due FSRU da posizionare nei porti di Piombino e Ravenna dove è agevole realizzare un allacciamento alla rete Snam. E' previsto inoltre l'adeguamento dei terminali di rigassificazione di Panigaglia e OLT, la costruzione di due impianti di microliquefazione in Campania e Sicilia, il deposito costiero GNL di Brindisi e la cantierizzazione di un ulteriore deposito Small Scale GNL/bioGNL. Contestualmente proseguiranno gli investimenti già pianificati sulla rete di trasporto e stoccaggio gas / H2 ready, in particolare per quanto riguarda la metanizzazione della Sardegna dove è prevista anche l'installazione di un FSRU, il potenziamento della dorsale Adriatica. Sarà possibile anche l'avvio della seconda fase TAP e dell'interconnessione Poseidon;

- Per il biometano, gli operatori puntano alla progressiva crescita della sua produzione da 1 a 3,5 bcm entro il 2026, attraverso la

realizzazione di impianti di produzione da rifiuti urbani (FORSU) e da sottoprodotti agricoli, che contribuiranno alla decarbonizzazione dei settori elettrico, trasporti e consumi industriali e civile, applicando i criteri di circolarità

- Interventi con focus iniziale sulla decarbonizzazione dei consumi attuali di idrogeno nel settori della (bio)raffinazione, nei settori

industriali hard to abate (come ad esempio ceramico e metallurgico) e nel trasporto stradale e ferroviario per testare l'intera value chain

dell'idrogeno e per favorirne lo scale up dei volumi e la creazione di un mercato;

- Per quanto riguarda la produzione di biocombustibili e low carbon fuels, sono previsti progetti di riconversione di siti produttivi

esistenti in bioraffinerie per la produzione di oltre 1Mt di biocarburanti per utilizzo in purezza e progetti di co-processing e co feeding per la produzione di biocarburanti per utilizzo in miscelazione. Sono anche previsti progetti per i recycled carbon fuels da

scarti, rifiuti urbani, rifiuti plastici non riciclabili e rifiuti indifferenziati. Prevista anche la realizzazione di impianti pilota per la produzione di carburanti sintetici e-fuels e produzione di 0,5 Mt di bioGPL e Dimetil-Etere rinnovabile (rDME)

- Con riferimento all'applicazione delle tecnologie CCS per contribuire alla decarbonizzazione dei settori hard to abate è previsto un programma di sviluppo modulare in fasi, partendo dalle industrie hard to abate della Pianura Padana, con successive fasi di espansione su altre regioni. Le prime fasi interesseranno, il distretto della chimica e dell'acciaio di Ravenna, facendo leva sullo stoccaggio di CO2 nei vicini giacimenti a gas sfruttando le possibili sinergie infrastrutturali e il cementificio di Rezzato con un impianto di cattura della CO2 sulla linea del clinker grigio e relative infrastrutture di trasporto al suo stoccaggio geologico.

gug

guglielmo.valia@mfdowjones.it


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January 17, 2023 06:26 ET (11:26 GMT)