MILANO (MF-DJ)--Si è dato 5 anni il ceo di Snam, Marco Alverà, per dimostrare che l'idrogeno, «la piccola molecola che può salvare il mondo», potrà avere un costo persino più basso del diesel, circa 2 dollari al kg, e diventare il miglior alleato delle rinnovabili nello scalzare davvero i combustibili fossili. Ne ha parlato anche con John Kerry, inviato speciale degli Usa per il clima, trasformatosi in pochi mesi un paladino dell'idrogeno. Snam, intanto, è diventata un «abilitatore della transizione energetica», tra le prime aziende nel suo settore ad annunciare l'obiettivo della neutralità carbonica al 2040 e, tramite i suoi nuovi business, pronta a contribuire alla riduzione delle emissioni del sistema spazzando via 600mila tonnellate di CO2 già dal 2024. L'obiettivo di finanza sostenibile previsto a piano (60% del funding entro il 2024), invece, è stato già raggiunto in questo semestre. Un percorso a tappe con molte novità, come Alverà spiega in questa intervista con MF-Milano Finanza.

Domanda. Partiamo dal gas, considerato il più pulito dei combustibili fossili. Che ruolo avrà nei prossimi anni?

Risposta. Il gas naturale ha degli indubbi vantaggi climatici e ambientali rispetto a carbone e petrolio, dai quali nei prossimi anni prenderà quote di mercato. Ma andrà poi decarbonizzato. La domanda in Italia è cresciuta del 10% nel primo semestre grazie alla ripresa economica e alle temperature più rigide rispetto allo scorso anno. In Europa oggi c'è un problema di scarsa offerta ed elevati prezzi a causa della forte domanda di gas liquefatto da Asia e Sud America, delle minori produzioni per via di Covid e manutenzioni e del minore afflusso di gas russo. C'è anche, specie nel Regno Unito, preoccupazione in vista dell'inverno. L'Italia per fortuna è ben posizionata grazie alla capacità di stoccaggio più alta del continente.

D. Il futuro porta a idrogeno e biometano. Qual è la tabella di marcia?

R. Prima di raggiungere l'obiettivo zero-carbon entro il 2040, abbiamo fissato un target intermedio di abbattimento del 50% delle emissioni di CO2 equivalente al 2030. Le attività legate alla transizione sono state assegnate a 4 start up: idrogeno, mobilità sostenibile, biometano ed efficienza energetica. E lavoriamo sulle tecnologie per rendere sempre più digitale e sostenibile la nostra rete. Bisogna fare in modo che la quota dei gas rinnovabili cresca più velocemente possibile. Stiamo preparando la nostra rete a trasportare quantitativi crescenti di biometano e idrogeno. Nel 2050 nei tubi di Snam passerà solo gas decarbonizzato. I nuovi investimenti guardano già alla prospettiva dell'idrogeno. Vorremmo che nel lungo periodo anche il Tap, il gasdotto che ha iniziato a portare fino in Italia il gas dei giacimenti azeri, possa trasportare idrogeno. Nel suo rapporto sullo scenario net zero, la IEA ha previsto 850 GW di capacità di elettrolisi installata nel mondo al 2030. Anche il biometano avrà un ruolo importante. In Italia già oggi ci sono più di 30 impianti collegati alla rete: un quarto del gas che usiamo per i trasporti è bio.

D. Quando e dove verranno installati i 440 km di tubi certificati per l'idrogeno che vi fornirà Corinth Pipeworks?

R. In parte li stiamo già utilizzando per sostituire metanodotti nel Centro Italia. Tra la fine di quest'anno e l'inizio del prossimo li impiegheremo in altri progetti, allargando anche al Sud. Si tratta di un pezzo del nostro percorso per rendere la nostra rete sempre più pronta, senza costi aggiuntivi, al trasporto dell'idrogeno puro. Oltre il 70% dei nostri metanodotti già lo sono e stiamo portando avanti il processo di certificazione con Rina.

D. Serviranno grandi investimenti per la transizione.

R. Diciamo pure enormi, Goldman Sachs ha stimato in 56 trilioni di dollari le risorse che serviranno per realizzare le infrastrutture green necessarie a raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione. Ora abbiamo il Pnrr che è un'opportunità imperdibile di sviluppo, investimenti e riforme di lungo periodo nella prospettiva della transizione verde: 30 miliardi sono per idrogeno, biometano, mobilità sostenibile ed efficienza energetica. L'Italia inoltre riceverà la quota maggiore delle risorse del piano NextGeneration EU. Come Snam, abbiamo elaborato progetti in linea con gli indirizzi del piano italiano, approvato dalla Commissione Ue. Ci sono tutte le premesse per consentire al nostro Paese di diventare un hub europeo dell'idrogeno. L'Italia sta investendo nell'ambito del Pnrr circa 3,6 miliardi di euro, più di Francia e Spagna. E poi c'è l'Ipcei, che potrà dare un contributo essenziale a far partire una filiera europea e in particolare italiana. Siamo stati selezionati come partner diretto per i primi due filoni dell'idrogeno: quello tecnologico e quello dei settori hard-to-abate.

D. Si è definito un ex pessimista riguardo al successo della lotta al cambiamento climatico.

R. Ero scettico sulla possibilità di vincere la sfida del cambiamento climatico per via dei costi delle energie rinnovabili. Ricordo bene quando un solo MWh di energia solare costava in Italia circa 350 euro, era appena 10 anni fa. Oggi, sfruttando al meglio le risorse naturali, in alcune aree del mondo ne costa poco più di 8. La stessa dinamica potremo osservarla per l'idrogeno, e in tempi relativamente brevi. A nessuno interessa un'energia 60 volte più cara del petrolio. Ma a 2 dollari al chilo, l'idrogeno diventerà competitivo con le fonti fossili in alcune applicazioni.

D. Come ci si arriverà ?

R. Secondo le stime della H2 Green Hydrogen Catapult initiative, di cui fanno parte sette aziende leader globali tra le quali Snam, già 25 GW di capacità potrebbero essere sufficienti per portare l'idrogeno verde a quel prezzo. Un fattore chiave è proprio la continua discesa dei prezzi delle rinnovabili, l'altro è l'abbattimento dei costi degli elettrolizzatori. Qui servirà una forte spinta dalla tecnologia, Snam ci sta lavorando con ITM Power e soprattutto con De Nora, nel cui capitale siamo entrati di recente con una quota del 37%. E proprio De Nora, che ha contribuito per 7 milioni di euro al nostro utile semestrale, è ben posizionata per diventare un leader globale nell'idrogeno, anche tramite la joint venture con Thyssen Tkuce, coinvolta nel progetto Neom da 2GW di idrogeno verde in Arabia Saudita.

D. Tra circa 3 mesi si terrà la Cop26. Rivedrà anche Kerry, con cui ha già parlato di idrogeno e clima. Cosa si aspetta?

R. Mi aspetto anzitutto che diffonda ottimismo e speranza. Ce n'è bisogno. La coincidenza di COP26 e G20 potrebbe rendere il 2021 l'anno decisivo nella lotta al cambiamento climatico, come predetto dall'università della California Irvine. Già al G20 di Napoli ci sono state le prime, sia pur timide, aperture anche di Paesi come l'Arabia Saudita. Col Green Deal europeo, e le politiche nazionali di Paesi come gli Usa, è ormai condiviso l'obiettivo net zero al 2050, spostato al 2060 per la Cina. Al vertice presenteremo la Green Hydrogen Catapult. A proposito, Kerry ha definito l'idrogeno una Jump ball nella corsa all'energia verde. E il Department of Energy punta a ridurne il costo a 1 dollaro in 10 anni. Un po' la versione americana della nostra catapulta.

fch

(END) Dow Jones Newswires

August 02, 2021 02:47 ET (06:47 GMT)