Barometro Europa di Credit Suisse: la maggioranza auspica una presa di posizione più decisa nei confronti dell'estero e uno sviluppo degli accordi bilaterali
Credit Suisse e l'Europa Forum Lucerna pubblicano il sondaggio annuale dedicato ai rapporti Svizzera-Europa
Zurigo/Lucerna
02.11.2020

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La maggioranza degli svizzeri invoca uno sviluppo delle relazioni con l'UE, ma auspica al contempo una presa di posizione più decisa della politica nei confronti dell'estero. Eventi come la Brexit o la pandemia in corso hanno nettamente indebolito l'UE agli occhi degli elettori svizzeri. Inoltre una maggioranza continua a riporre fiducia nel commercio con importanti Paesi terzi, qualora l'accesso ai mercati europei dovesse rendersi difficoltoso per l'economia elvetica. Questo è quanto emerge dalla quarta edizione del Barometro Europa di Credit Suisse, un sondaggio rappresentativo condotto da gfs.bern su incarico di Credit Suisse e in collaborazione con l'Europa Forum Lucerna.

Una netta maggioranza, pari al 77 per cento degli elettori svizzeri, ritiene importante che la Svizzera intrattenga relazioni stabili con l'Unione europea (UE). In questo contesto, gli accordi bilaterali continuano ad essere piuttosto o molto importanti per una quota analoga di intervistati (76 per cento). Inoltre una maggioranza auspica uno sviluppo della collaborazione con l'UE, in primo luogo tramite l'accordo quadro istituzionale - ad ogni modo non a qualsiasi prezzo, perché nell'anno della pandemia da coronavirus il popolo svizzero mostra un atteggiamento deciso nei confronti dell'estero: quasi tre quarti si esprimono a favore di una politica più sicura di sé nei confronti dei partner commerciali e negoziali della scena internazionale. È a questa conclusione che giunge il quarto Barometro Europa di Credit Suisse. I risultati formano parte del Barometro delle apprensioni 2020 di Credit Suisse, la cui pubblicazione è prevista per il 19 novembre 2020.

Il rafforzamento della via bilaterale acquista consenso
Il Barometro Europa mostra inoltre che una netta maggioranza, pari al 65 per cento, auspica uno sviluppo delle relazioni tra la Svizzera e l'UE. Ciò corrisponde a un considerevole incremento di 13 punti percentuali (pp) rispetto al 2019. Il 18 per cento desidera per quanto possibile mantenere lo status quo (-6 pp), e solo il 12 per cento auspica un ridimensionamento della collaborazione con l'UE (-3 pp). L'accordo quadro istituzionale ha perso consenso tra i sostenitori dello sviluppo della collaborazione: il 53 per cento è favorevole in prima istanza alla continuazione dei trattati bilaterali rispetto all'accordo quadro, il che equivale a una flessione di 10 punti percentuali rispetto all'anno precedente. Il 27 per cento vorrebbe che quest'ultimo fosse rinegoziato (+10 pp). L'adesione al SEE (massima priorità per il 9 per cento) e all'UE (massima priorità per il 7 per cento) non sono un argomento di discussione nemmeno nel 2020. Nel complesso l'accordo quadro istituzionale con l'UE è un tema sentito dalla maggioranza, sebbene nel corso dell'ultimo anno non abbia guadagnato ulteriore consenso. L'autore dello studio Lukas Golder di gfs.bern precisa a riguardo: «Nel periodo tra la fine del 2019 e il sondaggio, condotto tra luglio e agosto, durante il quale sono stati consultati sul contenuto dell'accordo soprattutto i partner sociali, la quota degli aventi diritto di voto che sostenevano attivamente il dossier si attestava a un livello costante, pari a circa il 60 per cento. Ciò dipende anche dal fatto che il dibattito sull'accordo quadro è stato rilanciato solo dopo il voto di quest'autunno sull'iniziativa per la limitazione».

Posizione decisa degli svizzeri
Nel 2020, con la cosiddetta iniziativa per la limitazione, è nuovamente fallita un'iniziativa popolare che avrebbe gravato sul rapporto della Svizzera con l'UE. Dopo il rifiuto dell'iniziativa, è il momento di affrontare lo sviluppo delle relazioni tramite l'accordo quadro istituzionale. In questo contesto, dal 2017 la popolazione è sempre più dell'opinione che la politica svizzera assuma un atteggiamento (troppo) difensivo nei confronti dell'estero - e di conseguenza anche nei confronti dell'UE. Il 69 per cento ritiene l'atteggiamento nei confronti dell'estero molto o piuttosto difensivo, il che corrisponde a un aumento di 24 punti percentuali negli ultimi tre anni. Tuttavia il riserbo della politica non coincide con la volontà dell'elettorato. Al contrario: una netta maggioranza, pari al 73 per cento, si aspetta dalla politica svizzera un atteggiamento un po' o molto più deciso nei confronti dell'estero. Un desiderio che negli ultimi anni si è ulteriormente accentuato (+5 pp rispetto al 2019). Questa presa di posizione è rafforzata anche dal fatto che nove svizzeri su dieci valutano in termini positivi l'immagine del proprio Paese all'estero - il 26 per cento giudica addirittura «molto buona» l'immagine della Svizzera.

Europa indebolita: opportunità per la Svizzera?
Se l'elettorato è convinto che l'immagine all'estero sia positiva, nella valutazione degli sviluppi all'interno dell'UE mostra un atteggiamento critico: il 75 per cento degli svizzeri è dell'opinione che l'UE risulti molto o piuttosto indebolita dagli eventi verificatisi negli ultimi dodici mesi (+10 pp rispetto al 2019) e solo il 12 per cento ritiene che oggi l'UE sia molto o piuttosto rafforzata.
Christof Wicki, direttore dell'Europa Forum Lucerna, inquadra questo risultato come segue: «L'elevato indebitamento di diversi Stati membri, la crisi dei rifugiati ai confini esterni dell'UE, la Brexit, le sfide alla politica democratica all'interno e le relazioni sempre più complesse con partner come gli USA o anche la Cina dovrebbero aver contribuito a questo risultato. Di fronte a questo scenario non sorprende che il popolo svizzero sia consapevole della propria posizione forte nei confronti dell'UE».
Nella valutazione degli ultimi dodici mesi confluiscono anche la gestione e le conseguenze dell'emergenza coronavirus. Il 77 per cento degli aventi diritto di voto svizzeri ritiene che l'Europa si sia divisa a causa della pandemia di coronavirus, e solo il 16 per cento è convinto che la pandemia abbia rinsaldato l'alleanza tra gli Stati.

Commercio con Paesi terzi come possibile compensazione
Dai risultati del Barometro Europa 2020 è emerso che l'ottimismo dei cittadini svizzeri in caso di peggioramento delle relazioni commerciali con l'UE si è leggermente attenuato rispetto all'anno precedente: nel complesso un'esigua maggioranza del 53 per cento (-7 pp) dell'elettorato ritiene che un rafforzamento del commercio con importanti Paesi terzi come gli Stati Uniti o la Cina possa compensare, tendenzialmente o in assoluto, la conseguente perdita derivante da una diminuzione dei volumi commerciali con l'UE. La percentuale di persone che invece ritengono che una simile compensazione non sia tendenzialmente o affatto possibile è aumentata di 12 punti rispetto all'anno precedente, raggiungendo quota 40 per cento. Alla domanda su quale strategia debba perseguire la Svizzera, considerato che il commercio mondiale viene controllato sempre di più dalla politica di potere delle grandi potenze, il 53 per cento (+4 pp) si dichiara favorevole all'adozione di una politica di nicchia autonoma e solo il 35 per cento (+1 pp) auspica un maggiore allineamento a una posizione UE unificata per potenziare la propria forza negoziale.
Manuel Rybach, Global Head of Public Policy and Regulatory Affairs di Credit Suisse, aggiunge al riguardo: «Rispetto all'anno scorso è aumentato il numero degli svizzeri convinti che le relazioni commerciali con l'UE siano importanti e non possano essere sostituite da nuovi accordi con gli Stati terzi. Questa è una valutazione realistica. Ma vale la regola: fare una cosa non significa necessariamente tralasciare l'altra. L'UE è di gran lunga il principale partner commerciale della Svizzera, ma gli accordi di libero scambio con Paesi terzi rappresentano un importante completamento per la nostra economia di esportazione».

Il Barometro Europa di Credit Suisse
Il Barometro Europa viene rilevato dal 2017 nell'ambito di una collaborazione di Credit Suisse con l'Europa Forum Lucerna. I risultati del sondaggio si fondano sugli elementi del Barometro delle apprensioni di Credit Suisse, che dal 1976 rileva i dati sui principali timori della popolazione svizzera, sulla sua fiducia nei confronti degli esponenti del mondo politico ed economico e su questioni in materia di identità. Le domande sul rapporto della Svizzera con l'Europa sono state poste ai partecipanti nell'ambito del rilevamento per il Barometro delle apprensioni 2020. Tra luglio e agosto 2020 sono stati interpellati complessivamente 1798 cittadine e cittadini svizzeri aventi diritto di voto nell'ambito di un'indagine a modalità mista. Il Barometro delle apprensioni 2020 di Credit Suisse sarà pubblicato il 19 novembre 2020.

L'Europa Forum Lucerna
Da oltre 20 anni l'Europa Forum Lucerna promuove un dialogo costruttivo di alto livello e incentiva una Svizzera e un'Europa forti. L'Europa Forum Lucerna è la piattaforma di idee e dialogo per eccellenza, un luogo di incontro per l'economia, la politica, la scienza e la società che svolge un ruolo di orientamento in un'epoca molto complessa. Per ulteriori informazioni invitiamo a visitare il sito europaforum.ch.

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