MILANO (MF-DJ)--Per due anni le misure di sostegno al credito, a partire dalle moratorie, hanno ritardato la crescita delle esposizioni deteriorate che però nei prossimi mesi potrebbero ricominciare a crescere. Ne è convinto Corrado Passera che, con la sua Illimity, ha appena comprato Arec, un servicer specializzato nella gestione di utp real estate. Oltre alla coda della pandemia, del resto, le aziende italiane oggi devono affrontare una fase di incertezza macroeconomica, alla quale però stanno reagendo con forza.

Domanda. Come valuta la delicata congiuntura economica che l'Europa sta attraversando?

Risposta. Ci troviamo senza dubbio in una fase caratterizzata da incertezza generale, non solo economica, ma anche geopolitica. Eppure, dal nostro punto d'osservazione vediamo anche molto dinamismo. Vediamo aziende vitali e tanti soggetti pronti a investire nei processi di ristrutturazione e di consolidamento. Naturalmente è cresciuto anche il numero di aziende che hanno subito l'impatto diretto della crisi, ma anche in questi casi osserviamo una grande reattività.

D. La maggiore fonte di incertezza oggi le sembra l'inflazione?

R. L'inflazione è certamente un problema da monitorare con grande attenzione, ma molte stime concordano sul fatto che la fiammata di questi mesi possa attenuarsi abbastanza velocemente al rasserenarsi della situazione geopolitica. Anche per questa ragione le banche centrali, a partire dalla Bce, dovranno evitare aumenti eccessivi dei tassi che porterebbero a recessione senza eliminare le cause dell'inflazione. In generale però trovo che oggi il principale elemento d'incertezza sia di tipo geopolitico. È molto difficile prevedere quale sarà lo schieramento delle superpotenze dopo la fine delle ostilità in Ucraina. Quale sarà il ruolo della Cina e in che rapporto sarà con la Russia? Se dovesse cambiare la maggioranza politica negli Usa come evolveranno i rapporti con l'Europa? L'Europa, che ha mostrato forte unità di intenti di fronte alla pandemia, saprà confermarla ed essere una superpotenza tra le superpotenze e non solo un agglomerato di Paesi che devono dipendere dall'appoggio militare americano? Abbiamo dimostrato di avere una nuova portata federale con gli Eurobond. Dobbiamo continuare a usarli e fare sforzi analoghi sul fronte militare e della difesa. Tutti questi tasselli si sono messi in movimento e oggi presentano molte variabili aperte. L'incertezza di cui parlavo deriva anche da tutto questo che avrà inevitabili conseguenze anche sul modello di globalizzazione.

D. Alla luce di queste incertezze molti ritengono che oggi servirebbero maggiori sostegni alle imprese. Cosa ne pensa?

R. Dobbiamo saperli calibrare molto bene sia in quantità sia in tempistica. Bisogna intervenire chirurgicamente, guardando soprattutto alle aziende più colpite dai rincari dell'energia e delle materie prime. Senza dimenticare le bollette delle famiglie.

D. Illimity ha iniziato a operare proprio mentre l'Italia entrava nel tunnel della pandemia e della crisi economica. Come sono andati questi ultimi anni per voi?

R. Diciamo che per una giovane banca affrontare ben due cigni neri nei primi anni di vita non è stata una passeggiata, ma ne siamo usciti ulteriormente rafforzati. Ci siamo dedicati a un bisogno molto sentito, quello del credito alle Pmi: credito alla crescita, credito di ristrutturazione, credito deteriorato. Lo facciamo con le migliori tecnologie disponibili e con competenze di grande qualità, tecnica e anche umana: siamo ormai quasi 800 professionisti di 25 nazionalità e provenienti da oltre venti settori diversi, a cui si aggiungono i nostri esperti esterni dei vari settori industriali. In poco più di tre anni abbiamo costruito un bilancio di circa 5 miliardi e cresciamo molto più del settore. Vogliamo continuare ad essere utili facendo, naturalmente, anche utili e il 10% di roe del 2021 dovrà diventare 20% entro il periodo di piano.

D. La scelta di scommettere sugli unlikely to pay con l'acquisto di Arec deriva anche dall'aspettativa che i volumi di credito deteriorato potrebbero riprendere a crescere?

R. Sì. Nel periodo del covid molte posizioni erano state congelate dalle moratorie. Allo scadere di questa misura di sostegno alcuni crediti sono tornati perfoming, ma una parte dei 280 miliardi oggi classificati come «stage 2» sono fisiologicamente destinati a entrare in una categoria di deteriorati. Specie se si considera che, oltre alla coda della pandemia, sulle imprese oggi pesano le incertezze di cui abbiamo parlato prima, dal conflitto in Ucraina alla fiammata dell'energia. Niente allarmismi però. Gli istituti di credito con i loro bilanci sono attrezzati ad affrontare questo scenario e il mondo dei gestori di credito deteriorato negli ultimi anni si è fortemente evoluto ed è pronto a intensificare il lavoro.

red

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1608:19 mag 2022


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