A Bedizzole (Brescia) il gruppo Innovatec guidato da Elio Catania avvia il primo progetto italiano di "land mining": estrarre imateriali pregiati dai vecchi rifiuti
Inchiesta
di Jacopo Giliberto

Illustrazione di Giorgio De Marinis / Il Sole 24 Ore
Scavare nella memoria, rivangare il passato. Questa volta si tratta di scavare e rivangaredavvero, in senso letterale e non figurato, e la ruspa verniciata di giallo cantiere con labenna lordata di terra scava nel nostro passato. E rivanga come eravamo. Comeeravamo, Flavio Raimondo? L'amministratore delegato della Greenup sorride e:«Eravamo che non sapevamo riciclare. Guardi che cosa hanno tirato fuori i carotagginella discarica: rame, alluminio, acciaio. Meglio di una miniera». Sotto un cielo grigiod'inverno i compattatori dalle ruote giganti dai denti d'acciaio - cinque tonnellate ogniruota - si muovono lenti sul dorso della discarica di rifiuti di Bedizzole, fra Brescia e illago di Garda. La discarica è quella in cui la Greenup, società guidata da FlavioRaimondo, sta avviando il primo progetto italiano di "urban mining", detto anche "landmining", cioè scavare nei rifiuti per cercare le materie prime pregiate là nelle discariche
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in cui le avevamo tombate nei decenni scorsi. E ancora una volta torna il senso letteraledi una parola, non figurato: riscoprire, cioè togliere la ricopertura di terra che nascondela memoria.

Il gruppo Innovatec

La Greenup è una delle società del gruppo Innovatec che la famiglia Colucci - storiciimprenditori del settore ambiente fin da quando l'ambiente non era di moda - ha volutoaffidare alla presidenza di Elio Catania, il dirigente d'impresa che ha guidato colossicome l'Ibm o le Fs.
L'Innovatec ha la sede a Milano nella zona Lorenteggio-Bisceglie; un edificio vetracciaiocon gli arredi patinati di legno chiaro.

Rame, plastica di pregio, alluminio

All'estremo opposto degli arredi patinati, delle vetrate fumè e degli abiti coordinati diottimo taglio, ecco Luca Negrato, 39 anni, cadenza e corporatura da rugbista veneto,camicia di flanella a scacchi, pantaloni di velluto marrone a coste e scarponi infangati.Negrato è il direttore degli impianti di Bedizzole. Tra i più esperti in Italia nel gestireimpianti di trattamento e smaltimento dei rifiuti. «Questa prima sezione della discarica,che chiamiamo Vasca A, ha lavorato dal 1999 al 2003», dice Negrato. «Ha raccolto circa800mila metri cubi di rifiuti speciali non pericolosi, soprattutto ciò che rimaneva delleauto dopo la selezione delle parti che allora si riusciva a riciclare, cioè toglievano soltantola carrozzeria e il ferro destinati alle acciaierie».
Dopo la selezione sommaria che si poteva fare allora, delle automobili restavano acciaiinox, gomma degli pneumatici, grandi quantità di preziosissimo rame dei cavi elettrici edegli avvolgimenti, alluminio, zinco; la gommapiuma poliuretanica imbottiva i sedili, itessuti rivestivano gli interni. «E plastica - conclude il direttore della discarica - tantaplastica facile da riciclare perché a differenza di oggi a quei tempi non si sapeva comericiclarla, perché si usavano poche tipologie di plastiche, e perché non contenevanocontaminanti come plastificanti, surfattanti e ritardandi antifiamma. Dopotutto, lediscariche sono depositi di materiali che mettiamo da parte in attesa di trovare letecnologie di riutilizzo».

L'urban mining

Da anni l'Unione europea mira sull'urban mining come strumento per ridurre ladipendenza dalle materie prime di importazione, soprattutto dal Paese che più di tuttimonopolizza le materie prime strategiche: la solita Cina. E la prima forma di circolarità èraspare nelle discariche alla ricerca di ciò che un tempo non veniva riciclato; frugare nelpassato rifiutato è la forma più pura di riciclo portata dalla velleità dell'enunciazione alfatto reale, allo sporcarsi le mani nel fare.

Rispondere alla domanda di ambiente

La circolarità declinata nel fatti è ciò che Elio Catania ha trovato nel gruppo Innovatecquando ne ha assunto la presidenza. «Un gruppo nato sulla sostenibilità quando non eraun tema condiviso», ricorda. «Oggi riciclare è diventato un tema centrale per le impresee per la società italiana, insieme con altri argomenti correlati come i costi dell'energia, lascarsità di materie prime, il meccanismo perverso dell'inflazione: fenomeni diversi chehanno concorso insieme a creare una pressione fortissima sul sistema produttivo. Lanostra azienda dà risposte proprio a queste domande, per esempio trovando materieprime dai rifiuti - lo sa? i materassi usati che una volta non si sapeva come smaltire oggidiventano la materia prima per realizzare pannelli fonoassorbenti - sviluppando per inostri clienti progetti di efficientamento energetico e di riqualificazione, dotando leimprese di impianti a fonti rinnovabili e così via. Una volta l'ambiente ersa un tema direputazione aziendale, oggi è un elemento centrale della riuscita del business».

I pareri delle imprese

Per capire la propensione ambientale del sistema italiano delle aziende, l'Innovatec haaffidato a Eumetra un'indagine di opinione fra gli imprenditori e i dirigenti italianid'azienda. La prima edizione dell'Osservatorio sulla clean technology nelle impreseitaliane ha detto che per il 70% delle aziende la sostenibilità ha un impatto positivo sulbusiness; l'83% non ha un piano industriale sui temi della sostenibilità; il 45% delleaziende italiane ha condotto investimenti in sostenibilità; il 55% investirà di più insostenibilità per sostenere la crescita; il 41% delle imprese sottolinea che non sarà facileaccedere ai fondi del Pnrr; la mancanza di competenza, i costi delle materie prime inaumento, investimenti green considerati troppo onerosi e l'eccessiva burocrazia sono leprincipali barriere agli investimenti nel settore.

Eseguire è più difficile di teorizzare

Purtroppo in molte imprese manca quella che Catania definisce "cultura dellaleadership", cioè la capacità di trasferire nel fare esecutivo le strategie teorizzate.«Eseguire le strategie è più difficile di pensarle. Dal nostro sondaggio emergono duefacce contrapposte. La faccia brutta è che metà delle aziende intervistate è indietrosull'innovazione ambientale. La faccia bella è che più di metà delle imprese èconsapevole della sua inadeguatezza».
Questo è uno dei motivi per cui il gruppo Innovatec di recente ha acquisito uno dei piùnoti e antichi consorzi, il Cobat che era nato nell'88 come consorzio obbligatorio perraccogliere gli accumulatori al piombo e che con le normative Raee è diventato unorganismo privato specializzato nella raccolta e nel riciclo di ogni altro tipo di rifiuto.Accenna Catania: «Dalle batterie al piombo ha allargato a ogni segmento di attivitàambientale, compresi tessuti e pneumatici».

Minatori del passato

Torniamo sulla discarica di Bedizzole dove il direttore dell'impianto Luca Negrato el'amministratore delegato della controllata Greenup, Flavio Raimondo, gestiscono ilflusso di rifiuti, tra i quali gli scarti tessili, le batterie al piombo, le imbottiture digommapiuma e gli pneumatici delle automobili smantellate. Quando comincerà l'attivitàmineraria di scavo nella discarica? Risponde Raimondo: «Il progetto è di due anni fa, e ilnuovo piano rifiuti della Regione Lombardia promosso dall'assessore Raffaele Cattaneoha aperto a questo tipo di attività di riscoperta dei materiali sepolti nel passato. La primaconferenza di servizio si è svolta dopo l'estate. Appena sarà possibile ci trasformeremo inminatori». Minatori alla ricerca dei valori sepolti nel passato. Le parole "ricerca", "valori"e "sepolti" vanno intesi in senso letterale, non figurato.

https://24plus.ilsole24ore.com/art/ambiente-cosi-discarica-diventa-miniera-materie-prime-AEbIeYPC

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