Il Primo Ministro italiano Giorgia Meloni ha dichiarato venerdì che il suo governo non ha ancora preso alcuna decisione in merito alla possibile vendita di ulteriori quote di Poste Italiane, aggiungendo che la società rimarrà in ogni caso sotto il controllo dello Stato.

"Non abbiamo preso alcuna decisione, ma... Voglio essere chiara su una cosa: non esiste al mondo che Poste Italiane possa essere privatizzata finché sarò a capo del Governo di questa nazione", ha detto Meloni a un evento nella città settentrionale di Trento.

Lo Stato italiano possiede circa il 65% di Poste tramite l'istituto di credito statale Cassa Depositi e Prestiti (CDP) e tramite il Ministero dell'Economia, che intende vendere tutto o parte della sua partecipazione diretta del 29,3%, mantenendo il controllo attraverso un altro 35% detenuto da CDP.

Ma la Meloni ha detto di volere che lo Stato mantenga più del 50% di Poste nelle sue mani, e che esiste la "possibilità" di vendere le azioni eccedenti sul mercato.

"A mio parere, questo può essere fatto solo se assegniamo le azioni in eccesso rispetto alla proprietà, ossia superiori al 51%, alle famiglie italiane, ai piccoli risparmiatori e ai dipendenti di Poste", ha detto.

"Poste è un luogo in cui gli italiani mettono i loro risparmi, quindi sarebbe logico immaginare che ciò possa avvenire anche in questo caso", ha detto.

Secondo un decreto adottato a gennaio, l'Italia può utilizzare un'offerta pubblica, una procedura accelerata di book building, un block trade o una combinazione di questi metodi per vendere le azioni.

L'operazione potrebbe avere un valore di circa 4,4 miliardi di euro (4,77 miliardi di dollari), ha dichiarato il Ministro dell'Economia a marzo.

Per diventare esecutivo, il decreto avrà bisogno di una seconda approvazione del Gabinetto dopo essere stato esaminato dal Parlamento. Una fonte governativa ha detto che è improbabile che ciò avvenga prima delle elezioni del Parlamento dell'Unione Europea, previste per giugno.

(1 dollaro = 0,9222 euro)