In realtà, Poste Italiane è più un assicuratore e uno specialista di pagamenti online che un operatore logistico. Più di tre quarti del suo fatturato e tutti i suoi profitti provengono dalle attività finanziarie piuttosto che da quelle postali.

Per questo motivo le sue azioni sono paragonabili a quelle di altri grandi assicuratori europei, in particolare quelli che hanno una maggiore esposizione all'assicurazione vita piuttosto che all'assicurazione danni.

Anche se marginale nel mix, al management va riconosciuto il merito di aver risollevato le sorti dell'attività di consegna dei pacchi. In questo settore, Poste Italiane partiva con un grave ritardo: lo storico operatore, tuttora controllato dal governo, era solo un lontano quinto classificato tra i suoi concorrenti, e stava perdendo denaro.

Le delicate trattative con i sindacati si sono concluse positivamente e il settore dei pacchi raggiungerà il pareggio a fine anno, anche se con un anno di ritardo rispetto alle previsioni iniziali del management. Il miglioramento si deve in gran parte alla riduzione dei posti di lavoro piuttosto che all'aumento delle quote di mercato.

Del resto, come per altri assicuratori, è soprattutto l'aumento dei tassi d'interesse a far crescere l'utile operativo del gruppo quest'anno. L’aspettativa è che quest’annata 2023 sarà quasi identica a quella precedente.

L’attività dei pagamenti online è cresciuta del 44% nei primi nove mesi dell'anno. È pur vero che, su tutto lo stivale, Poste Italiane è riuscita a conquistare una vera e propria leadership nell'e-commerce. Ironia della sorte: un grande operatore postale ha più successo con i pagamenti online che con la consegna dei pacchi.

In ultima analisi, una cessione dell'attività di consegna pacchi sarebbe probabilmente la strada da seguire, se un acquirente volesse accettare di trattare con sindacati pignoli.

A livello consolidato, la distribuzione dei dividendi rimane ben coperta e la redditività estremamente soddisfacente. I recenti sviluppi favorevoli si riflettono già sul prezzo dell'azione: la valutazione di Poste Italiane, che negli ultimi cinque anni ha oscillato tra x1 e x1,2 del patrimonio netto, è ora x1,5 del patrimonio netto.