MILANO (MF-DJ)--Per superare l'attuale crisi energetica, diventare completamente indipendenti dalle fonti russe e superare se non questo inverno almeno il prossimo con un'adeguata fornitura, secondo i dirigenti delle principali società energetiche italiane, sono necessari più rigassificatori ma anche maggiori investimenti nelle rinnovabili.

E' quanto emerso durante l'Italian Energy Summit, svoltosi oggi a Milano, che ha raccolto i suggerimenti dei leader del settore energetico per affrontare la situazione attuale ed essere pronti per il futuro. Un primo passo positivo in questa direzione è stato il raggiungimento dell'obiettivo del 90% degli stoccaggi di gas, in anticipo rispetto alla scadenza di fine autunno, annunciato oggi dal ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani.

Il presidente di Arera, Stefano Besseghini, aprendo il convegno ha sottolineato che "il tema dell'efficienza energetica è un tema mai come oggi importante. E' anche importante avere un piano chiaro di intervento come sistema nel momento in cui la situazione dovesse evolvere verso una situazione piú complessa di quella che vediamo oggi. La campagna per gli stoccaggi di questa estate ha visto interventi combinati del governo e del regolatore e ci ha visto raggiungere gli obiettivi che erano stati indicati. Iniziare l'inverno con questi livelli di stoccaggio è giá positivo, ma questo non è un lavoro concluso". Anche il Ceo di Snam, Stefano Venier, ha evidenziato che l'Italia si trova "in una condizione buona a livello di stoccaggio", dato che "siamo molto avanti rispetto all'obiettivo del 90%" e ha spiegato che "questo ci dá spazio per fare un passo in piú, perchè aumentare lo stoccaggio ci permette di erogare questo stoccaggio con una velocitá superiore. Piú lo stoccaggio è pieno e piú riesce a essere performante in uscita".

Oltre alla questione dello stoccaggio, c'è poi da affrontare il tema controverso dei rigassificatori. Il Ceo di Eni, Claudio Descalzi, ha sottolineato la necessità di nuove strutture di questo tipo spiegando che al momento in Italia la capacità di rigassificazione è di 18 miliardi di metri cubi e i rigassificatori sono saturi. "Per il 2022 dovremmo avere un addizionale di circa 9,7-10 miliardi di metri cubi, al 2023-2024 dovremmo avere 17 miliardi addizionali e nel 2024-2025 arrivare a 21-22 miliardi di metri cubi", ha spiegato. Per quel che riguarda i fornitori di gas, Descalzi ha spiegato che Eni ha fatto "investimenti importanti"in Paesi dove ha trovato molto molto gas. "L'Algeria ha piú che raddoppiato il suo contribuito immediatamente, dovrebbe dare 3 miliardi di metri cubi di gas questo inverno per arrivare a un totale di 20 miliardi di metri cubi di gas. Prima della crisi i maggiori contributori erano la Russia, l'Algeria, poi c'era la Norvegia. Ora la Russia dá un contributo molto molto basso. Dopodichè si aprono capitoli che erano a zero, come il Qatar e l'Egitto, l'Indonesia, il Congo e il Mozambico. Tutti questi capitoli nuovi devono dare un contributo che ci porti nell'inverno 2024/25 a essere indipendenti", ha dichiarato il manager.

Sull'importanza dei rigassificatori si è soffermato anche Venier, sottolineando che la crisi attuale ha modificato la logica con cui interpretare il concetto di sicurezza energetica. "Abbiamo capito che la non è solo una sicurezza rispetto alle fonti ma anche a livello di infrastrutture e in questo concetto su inseriscono i rigassificatori, perchè non solo legati a un Paese produttore e sono infrastrutture particolarmente flessibili", ha dichiarato il Ceo di Snam, aggiungendo che "il termine per il via libera al rigassificatore di Piombino e Ravenna è a fine ottobre e per Piombino avremo 6 mesi di intenso lavoro per renderlo disponibile per la prossima estate". Inoltre, Venier ha sottolineato l'importanza di investire anche sulle rinnovabili evidenziando che "all'interno del RePowerEu c'è l'obiettivo di raggiungere 35 miliardi di metri cubi di biometano a livello europeo, che si traducono in 5 miliardi di metri cubi in Italia, decuplicando la produzione e questo richiede grandi investimenti".

Anche secondo l'amministratore delegato di Terna, Stefano Donnarumma, "per fare un passo avanti e dare una risposta concreta alle problematiche del caro energia e della sicurezza energetica, cercando di renderci indipendenti dal gas, serve un massiccio programma di investimenti in rinnovabili e accumuli". Nel dettaglio, ha spiegato, "oltre a investire 18 miliardi di euro nei prossimi dieci anni per sviluppare la rete e abilitare le fonti rinnovabili, Terna ha da tempo evidenziato la necessitá di promuovere lo sviluppo di capacitá di accumulo di grande taglia". Donnarumma ha sottolineato che "per realizzare gli accumuli previsti dal Pniec al 2030 si può stimare un investimento complessivo necessario di circa 15 miliardi di euro che porterá un duplice beneficio: da un lato avrá un impatto positivo sul Pil per oltre 40 miliardi di euro; dall'altro, grazie agli accumuli, sará possibile immettere in rete circa 16 terawattora all'anno di energia rinnovabile che altrimenti sarebbe 'tagliata' e sostituita da produzione a gas, con un costo addizionale di oltre 2 miliardi di euro all'anno. Negli ultimi dieci anni, tuttavia, gli investimenti in questo comparto sono stati insufficienti".

La necessità di un mix tra rigassificatori e rinnovabili è stata evidenziata anche dal presidente di Iren, Luca Dal Fabbro, secondo cui "oggi i grandi manager hanno difficoltá a parlare di rinnovabili ma la decarbonizzazione non è una moda, è un'esigenza di business. Con il fotovoltaico produciamo un'energia a prezzi molto competitivi. Non dobbiamo focalizzare la strategia solo sulla sicurezza ma anche sulla sostenibilitá. Iren sta investendo su questo, crediamo che sia un buon affare per l'ambiente e che permetta di produrre energia a prezzi competitivi oggi e domani. Questo non significa che non serva costruire rigassificatori. La soluzione è composita e la sostenibilitá e le rinnovabili sono parte della soluzione".

cos


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September 28, 2022 09:01 ET (13:01 GMT)