TOKYO (awp/ats/ans) - Via libera degli azionisti di Toshiba all'offerta di acquisto da 2.000 miliardi di yen, equivalenti a 12,2 miliardi di franchi di un fondo di investimento, una dinamica che comporterà il delisting del conglomerato giapponese per la prima volta in oltre 70 anni.

Grazie all'accordo, il consorzio guidato da Japan Industrial Partner che include oltre 20 banche giapponesi, rileverà il 78,6% delle azioni della società, consentendo di interrompere i legami con gli azionisti attivisti stranieri, facilitando un importante punto di svolta per ristrutturare il business dopo anni di difficoltà finanziarie.

A partire dal 2015, con la scoperta di irregolarità finanziarie nei registri contabili, e le ingenti perdite nelle attività sul nucleare negli Stati Uniti portarono alle dimissioni di una sfilza di top manager della società.

All'assemblea generale annuale dello scorso giugno, gli azionisti di Toshiba avevano riconfermato 11 membri del board che hanno sostenuto l'offerta pubblica di acquisto, dando di fatto il via libera all'operazione odierna.

Fondata nel 1875 e trasformatasi rapidamente in vasto conglomerato industriale all'inizio del XX secolo, Toshiba è stata una delle aziende simbolo della ripresa postbellica del Giappone, e uno dei principali pilastri della sua innovazione tecnologica: dalla produzione di massa di elettrodomestici, ai primi computer portatili, la costruzione delle centrali nucleari, fino ai microchip. Attualmente impiega quasi 100.000 dipendenti e nell'anno fiscale 2022 ha registrato un fatturato di circa 3.300 miliardi di yen, pari a oltre 20 miliardi di franchi.