La fonte non ha potuto essere nominata in quanto i colloqui di fusione tra Woodside e Santos sono riservati.

Woodside e Santos hanno rifiutato di commentare, mentre Santos ha fatto riferimento alla sua dichiarazione di giovedì, in cui affermava che stava "valutando una serie di opzioni strutturali alternative".

Woodside e Santos, dopo le ore di mercato di giovedì, hanno confermato le speculazioni che li vedevano in trattative preliminari per creare una grande società di petrolio e gas, con attività in Australia, Alaska, Golfo del Messico, Papua Nuova Guinea, Senegal e Trinidad e Tobago.

Secondo gli analisti, l'entità risultante dalla fusione controllerebbe circa il 26% del mercato del gas della costa orientale australiana e il 35% del mercato del gas domestico dell'Australia occidentale, il che potrebbe essere motivo di preoccupazione per il regolatore della concorrenza del Paese.

La Commissione australiana per la concorrenza e i consumatori (ACCC) sta indagando sul mercato della costa orientale da diversi anni, sotto la pressione del Governo australiano per contribuire a ridurre i prezzi del gas per le famiglie e le imprese.

La costa occidentale sta affrontando problemi simili, con i principali acquirenti di gas che devono far fronte ad aumenti di prezzo e alla previsione di una carenza di forniture a partire dal 2025.

La fonte non ha fatto i nomi delle attività che potrebbero essere vendute per placare l'autorità di regolamentazione. Tuttavia, gli analisti hanno menzionato l'asset Varanus Island di Santos, che è un fornitore di gas chiave nell'Australia Occidentale, e la sua attività di gas nel Bacino di Cooper, un fornitore di gas chiave nella costa orientale.

Le azioni di Santos sono salite venerdì sulle prospettive di una fusione da 80 miliardi di dollari australiani con la rivale più grande Woodside, ma gli investitori sono stati cauti riguardo alla concorrenza e agli ostacoli di valutazione per un accordo.

Giovedì, l'ACCC ha dichiarato che studierà se sia necessaria una revisione pubblica dell'accordo, nel caso in cui vi siano progressi nei colloqui per la fusione di due dei maggiori produttori australiani di petrolio e gas.

L'ACCC ha bloccato tre importanti operazioni di fusione e acquisizione nel Paese nell'ultimo anno, anche se il suo presidente Gina Cass-Gottlieb ha dichiarato a Reuters a settembre che l'autorità di regolamentazione non è contraria agli accordi.

Le operazioni bloccate includevano un accordo di condivisione di dati tra il gigante delle telecomunicazioni Telstra e il fornitore di Internet TPG Telecoms, nonché un'acquisizione da parte della banca ANZ dell'attività bancaria della rivale Suncorp.

Ha anche bloccato l'acquisto da parte di Transurban di una strada di Melbourne.