Un tale livello di opposizione ai candidati sostenuti dall'azienda rimane raro in Giappone, anche se i casi di rifiuto sono in aumento, dato che l'attivismo degli azionisti ha iniziato a prendere piede. L'anno scorso, gli azionisti di Toshiba hanno votato contro l'allora presidente del consiglio di amministrazione, in segno di biasimo nei confronti dell'azienda, dopo aver scoperto che aveva colluso con il governo per reprimere gli interessi degli investitori stranieri.

La direttrice esterna Mariko Watahiki, che si è opposta alla candidatura dei direttori di Elliott Management e Farallon Capital Management, ha visto il 23% degli azionisti votare contro di lei. Ha avuto il tasso di sostegno più basso, pari al 64%, tra i 13 direttori nominati.

Watahiki ha presentato le sue dimissioni subito dopo il voto all'assemblea annuale degli azionisti di martedì. L'ex giudice della Corte Suprema aveva sostenuto che le nomine dei due avrebbero potuto influenzare eccessivamente il consiglio di amministrazione, favorendo gli input degli investitori attivisti.

Nabeel Bhanji, senior portfolio manager di Elliott, ed Eijiro Imai, amministratore delegato di Farallon, hanno avuto entrambi un tasso di opposizione del 22% circa, mentre circa il 78% li ha sostenuti.

L'amministratore delegato Taro Shimada ha ottenuto l'86% dei voti, con oltre il 12% di astensioni.

Martedì sono stati nominati sette nuovi direttori del consiglio di amministrazione e sei, tra cui Watahiki, sono stati riconfermati.