Un'analisi approfondita dei dati del monitoraggio continuo del glucosio dello studio di fase 2b DIAGNODE-2 con Diamyd Medical AB (publ) getta nuova luce sull'importanza della funzione delle cellule beta residue nei soggetti con recente diagnosi di diabete di tipo 1. In particolare, i risultati mostrano associazioni altamente significative dal punto di vista statistico e positive tra le cellule beta residue e la produzione di insulina presentata. In particolare, i risultati mostrano associazioni positive e altamente significative dal punto di vista statistico tra la funzione delle cellule beta residue, misurata come C-peptide stimolato, e la riduzione del numero e della gravità degli eventi iperglicemici, ossia degli episodi di alti livelli di glucosio nel sangue, nonché il miglioramento del controllo del glucosio durante i pasti. I risultati danno ulteriore sostegno alla rilevanza clinica del C-peptide terapeutico nel diabete di tipo 1, uno dei due endpoint primari dello studio di Fase 3 DIAGNODE-3 in corso. L'analisi aggiornata, eseguita in collaborazione con l'azienda di supporto decisionale digitale OneTwo Analytics, seziona tutti i dati del monitoraggio continuo del glucosio (CGM) di DIAGNODE-2 in un gran numero di metriche consolidate e nuove che descrivono il controllo glicemico, tra cui le caratteristiche del glucosio medio, le caratteristiche iperglicemiche, le caratteristiche ipoglicemiche e le caratteristiche relative al pasto.

Queste metriche trasmettono informazioni rilevanti sia per la salute che per la qualità di vita del paziente. I risultati preliminari mostrano un'associazione positiva statisticamente molto significativa tra la funzione delle cellule beta residue misurata come C-peptide stimolato e diverse di queste metriche CGM. L'impatto più sostanziale, con valori p inferiori a 0,0001, è stato osservato sulla riduzione del numero e della gravità degli eventi iperglicemici (episodi di alti livelli di glucosio nel sangue), nonché sul miglioramento del controllo del glucosio durante i pasti per i pazienti con diabete di tipo 1 di recente diagnosi.

I risultati mostrano anche un effetto protettivo significativo della produzione di insulina endogena su diverse misure ipoglicemiche (episodi di livelli di glucosio nel sangue inferiori alla norma). Le analisi preliminari forniscono anche un supporto più dettagliato all'effetto precedentemente pubblicato di Diamyd sul miglioramento del controllo glicemico nei soggetti portatori dell'aplotipo HLA DR3-DQ2, sottolineando l'importanza di preservare terapeuticamente il C-peptide. Come pubblicato in precedenza su Diabetes Care nel 2021, nello studio di Fase 2b DIAGNODE-2 è stato osservato un effetto significativo di Diamyd sulla conservazione della produzione endogena di insulina, misurata come C-peptide stimolato, nel sottogruppo genetico prespecificato di individui portatori dell'aplotipo HLA DR3-DQ2.

Una pubblicazione di follow-up pubblicata su JCEM nel 2022 ha mostrato un effetto significativo di Diamyd su 1) miglioramento del tempo trascorso nel range ottimale di glucosio (tempo nel range, TIR), 2) riduzione del tempo trascorso in iperglicemia (livelli elevati di glucosio nel sangue) e 3) riduzione delle fluttuazioni del glucosio. Inoltre, una meta-analisi aggiornata pubblicata su Diabetes, Obesity and Metabolism nel 2022, basata sul pacchetto completo di dati comprendente quattro studi clinici controllati con placebo con Diamyd, ha mostrato una chiara correlazione tra la conservazione del C-peptide e il miglioramento dell'HbA1c, una misura dei livelli medi di glucosio nel sangue nell'arco di 2-3 mesi. La meta-analisi più completa fino ad oggi, pubblicata di recente su The Lancet Diabetes & Endocrinology nel 2023, che comprende i dati di circa 2.700 pazienti con diabete di tipo 1 di nuova diagnosi che hanno partecipato a 21 studi di valutazione di terapie modificanti la malattia, tra cui Diamyd, sottolinea l'importanza della conservazione del C-peptide.

I risultati dello studio indicano che la conservazione del C-peptide nei pazienti con T1D ha portato a un miglioramento significativo dei risultati metabolici. I risultati supportano l'uso del C-peptide come endpoint surrogato negli studi clinici e confermano il potenziale degli interventi di conservazione delle cellule beta come efficaci coadiuvanti della terapia insulinica nella gestione del diabete di tipo 1 di nuova insorgenza. Oltre a questi risultati sulla conservazione terapeutica del C-peptide, che possono essere osservati direttamente negli studi clinici condotti su persone con T1D di recente insorgenza, ci sono anche prove sostanziali che la conservazione della produzione endogena di insulina riduce significativamente l'incidenza delle complicanze legate al diabete, come la chetoacidosi diabetica, l'ipoglicemia grave, la retinopatia, la neuropatia e la nefropatia.

La tecnologia CGM, rispetto ai metodi tradizionali di misurazione della glicemia, come la puntura del dito, offre un monitoraggio in tempo reale del livello di glucosio attraverso un piccolo sensore sotto la pelle. Questo sensore traccia continuamente le concentrazioni di glucosio, fornendo dati completi che vengono trasmessi in modalità wireless a un ricevitore o a un'applicazione per smartphone. La natura continua di questo monitoraggio è preziosa per identificare le tendenze e i modelli di glucosio, consentendo alle persone con diabete di prendere decisioni più informate su dieta, esercizio fisico e farmaci in tempo reale.