ROMA (MF-DJ)--Sull'emergenza carburanti il pressing di Forza Italia e Lega continua a mettere a dura prova la resistenza di Giorgia Meloni e forse sta generando gli effetti sperati.

Come è noto, il decreto «trasparenza» sui prezzi di benzina e diesel, approvato il 10 gennaio, a due giorni appena dal via libera è stato ritoccato in corsa, formalmente durante la riunione del Consiglio dei ministri di ieri e praticamente nelle stanze della presidente del Consiglio. «Hanno fatto tutto Giorgia e Giorgetti», racconta sottovoce un esponente dell'esecutivo. Dalle nomine al vertice delle tre agenzie fiscali sino all'emergenza carburanti «decide tutto lei», è la cantilena ai vertici di Forza Italia e Lega. La premier e il ministro dell'Economia. Così è stato martedì sul provvedimento che ha imposto l'esposizione alla pompa del prezzo medio giornaliero e così è stato ieri. Quando, sull'onda delle proteste, il decreto è stato riveduto e corretto: non tanto in Cdm, giacché tanti ministri non hanno ancora visto il testo, ma prima e dopo. Un metodo inedito, che somiglia a una approvazione «salvo intese».

A rivelare cosa bolliva nel pentolone di Palazzo Chigi è stato lo stesso Giorgetti. Rispondendo al question time del Senato, il ministro ha fatto riferimento alla norma che potrebbe consentire di ridurre le accise «in relazione all'incremento verificato dei prezzi dei carburanti». A stretto giro fonti di governo hanno chiarito che non si sta lavorando a una sforbiciata immediata. «Non ci sono le condizioni - spiegano nello staff di Meloni - Giorgetti è stato interpretato male». Il piccolo incidente di comunicazione rivela quanta confusione ci sia in questi giorni nella maggioranza.

Meloni in tv ha lodato la «grande coesione» della squadra, eppure basta mettere in fila le dichiarazioni per vedere le prime crepe nella coalizione. Basta ascoltare i silenzi di chi, Matteo Salvini in primis, assiste alle difficoltà della premier senza parlare in suo soccorso.

D'altronde, alla vigilia del Cdm di martedì il leader della Lega spingeva per un taglio delle accise. Nelle stesse ore, il 9 gennaio, gli faceva eco anche Licia Ronzulli.

Chi parla con Berlusconi sa che l'ex premier ritiene il decreto benzina un pasticcio dal sapore populista e il mancato taglio delle accise un «errore di valutazione» dell'Economia, dove si aspettavano (e si aspettano) la discesa dei prezzi dei carburanti.

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January 13, 2023 04:01 ET (09:01 GMT)