MILANO (MF-DJ)--Il quartier generale londinese di JpMorgan Asset Management dista mezz'ora di taxi dalla sede nella City di Columbia Threadneedle, che a sua volta è a venti minuti dalla filiale inglese di Capital Group. Da lì all'aeroporto internazionale di Heathrow serve un'altra ora di auto, traffico permettendo. Fino a pochi mesi fa il percorso di quotazione in borsa era un complesso e faticoso puzzle logistico. In nove giorni, dal lunedì al giovedì della settimana seguente, si dovevano incastrare in media sei incontri al giorno fra imprenditori e investitori, spostandosi da un capo all'altro delle città a tappe forzate per non perdere la coincidenza aerea per la successiva capitale della finanza: Milano, Francoforte, Parigi, Londra, New York.

Con la pandemia questo andirivieni fra i continenti è stato sostituito dal viavai fra un link e l'altro delle riunioni su Zoom. I tempi della fase finale di raccolta ordini per l'ipo si sono dimezzati, passando da 9 a non più di 5 giorni. «Siamo un'impresa tech e quindi non poteva spaventarci l'idea di fare un roadshow virtuale: giocavamo in casa», spiega Massimo Mauri, ad di Seco, gruppo aretino approdato a inizio maggio a Piazza Affari con un collocamento curato da Mediobanca e Goldman Sachs. «La tecnologia ha ridotto le distanze e razionalizzato i tempi. Con Zoom siamo riusciti a incontrare da remoto oltre 100 investitori internazionali, tra cui americani, inglesi, tedeschi e francesi. Oltre l'80% di loro ha sottoscritto la nostra offerta: per noi quindi la digitalizzazione del processo di ipo si è rivelata un successo». Come Mauri, ben pochi banchieri e imprenditori rimpiangono le estenuanti trasferte pre-Covid. Anche se una stretta di mano può cementare i rapporti con l'investitore, la pandemia ha dimostrato che gran parte di trattative e contratti si può concludere a distanza, con costi inferiori e risultati uguali se non superiori.

«Come la storia insegna, si possono cogliere opportunità anche da gravi situazioni», chiosa Francesco Spila, head of equity capital markets di Mediobanca. «La pandemia, introducendo la necessità di videochiamate al posto di incontri fisici con gli investitori, ha permesso di massimizzare l'efficienza sia dell'attività di roadshow sia dell'attività di investor education». L'ipo virtuale non ha però ridotto i tempi complessivi di quotazione: per via delle lunghe procedure autorizzative, in Italia come altrove, occorrono ancora fra quattro e sei mesi per portare in borsa una società. Nel frattempo la finestra di mercato favorevole potrebbe chiudersi e alcune società non vogliono o non possono correre questo rischio. «Le aziende spesso preferiscono le spac rispetto a una ipo tradizionale perché consente di accedere più rapidamente al capitale e di sfruttare un team di gestione la cui reputazione e il cui track record sono ben noti», osserva Mathieu Chabran, co-fondatore di Tikehau Capital, fondo francese che a febbraio ha lanciato la spac Pegasus assieme a Jean Pierre Mustier, Diego De Giorgi e alla Financière Agache di Bernard Arnault. «La spac offre inoltre velocità di esecuzione e trasparenza al processo di quotazione, garantendo la certezza del prezzo di collocamento e una base azionaria blue chip», aggiunge. «Esiste un bacino significativo di imprese europee di alta qualità che operano nel settore finanziario e cercano fonti alternative di capitale per potenziare la propria crescita: la capacità di una spac di investire in modo rapido ed efficiente soddisfa un'esigenza di mercato urgente e che abbraccia tutto il settore».

fch

(END) Dow Jones Newswires

May 10, 2021 02:08 ET (06:08 GMT)