ROMA (MF-DJ)--La partita delle nomine nella partecipate dallo Stato sta

entrando nel vivo.

Come è noto, entro il 3 aprile il governo dovrá indicare i nuovi

vertici, o rinnovare gli incarichi e tra partecipate e controllate ballano in tutto più di 600 poltrone. Già oggi dovrebbe tenersi a palazzo Chigi un tavolo informale sulle nomine. Si ritroveranno il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giovambattista Fazzolari, i due vicepremier, Matteo Salvini e Antonio Tajani, e Gianni Letta, braccio destro di Silvio Berlusconi. Giorgia Meloni non ha ancora deciso se parteciperá oppure lascerá fare al fidato Fazzolari.

La riunione sul giro di poltrone delle partecipate servirá soprattutto a formalizzare le regole. Cioè le quote che spettano ai tre partiti di maggioranza - quanto andrá a chi - e con quali criteri la politica accoglierá o meno le indicazioni dei cacciatori di teste ingaggiati dal ministero dell'Economia. Anche perchè tra fine marzo e gli inizi di aprile bisognerá licenziare la prima tranche di nomi. Si partirà da Mps.

Entro il 26 marzo il Mef dovrá ufficializzare la lista dei candidati

per il Cda di Mps e per l'ad sembra ormai certa una soluzione interna e al Tesoro danno come probabile la riconferma di Luigi Lovaglio, alla guida del Monte dal febbraio 2022. Salvini, per essere sicuro che non rimanga alcuna impronta della sinistra, ha chiesto che a occupare la poltrona di presidente vada Nicola Maione, avvocato, giá presidente di Enav, e consigliere di Mps. Nel frattempo, però, per lo stesso posto sono spuntati anche i nomi di due donne, Marta Asquasciati, di Iren, e Barbara Lilla Boschetti, di Fnm. Molto dipenderá da quanto sará rigida l'interpretazione che i partecipanti al tavolo di oggi daranno al criterio delle quote rose imposto da Meloni.

Per quanto riguarda le nomine, due sono le certezze, al momento: Claudio Descalzi sará riconfermato ad di Eni, mentre all'Enel Francesco Starace sembra avere le valigie in mano. In pole c'è Stefano Donnarumma, attuale ad di Terna. Nei giorni scorsi si è visto con Paolo Scaroni, ex ad di Enel ed Eni (sponsorizzato da FI), che potrebbe essere nominato presidente. Sull'ad la Lega spinge per una soluzione diversa: fra i nomi che sostiene c'è quello di Flavio Cattaneo (Italo).

Leonardo rimane la partita piú delicata. Alessandro Profumo sará sostituito. In un primo tempo il fisico Roberto Cingolani, ministro nel governo Draghi e consulente di Meloni, sembrava proiettato verso la carica di ad. Ora le sue quotazioni sembrano scese a favore di Lorenzo Mariani, manager del costruttore europeo di missili Mbda, controllata pure da Leonardo. Il confronto fra i tre partiti avrá nelle prossime ore un secondo step durante il quale si discuterá anche di Poste italiane dove dovrebbe essere riconfermato Matteo Del Fante.

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MF-DJ NEWS

2111:00 mar 2023


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March 21, 2023 06:01 ET (10:01 GMT)