MILANO (MF-DJ)--Da Cenerentola a principessa d'Europa, la Grecia con il suo Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) è considerata ora un benchmark per il Continente ed è al suo esempio che l'Italia dovrebbe guardare per uscire dalle secche.

«La Grecia ha scritto un ricettario con tempi, quantità e azioni per fare una torta, mentre noi abbiamo scritto che vogliamo fare una torta»: questa l'efficace metafora di Carlo Altomonte, professore di Politica economica europea alla Bocconi e associato di M&M. «Nel Pnrr greco ci sono tutti gli elementi che la Commissione si aspetta di trovare: ci sono le priorità e le linee di intervento coordinate a livello Ue, come digitale e ambiente, ma anche un serio legame con il quadro di riforme che Bruxelles ha sempre suggerito al Paese». Ma non solo: «Per ogni progetto è indicata una scheda specifica con le riforme collegate ed è indicato quando si parte, quali sono le tappe intermedie e la chiusura, chi controlla il progetto e come è inserito in una visione complessiva, con valutazione di impatto».

Non un miracolo ma il frutto di un dialogo costante con la Commissione, le cui fila sono state tenute da uno dei sottosegretari all'Economia delegato a questo, che si è incontrato una volta a settimana la con la task force Ue dedicata al Paese.Quello che l'Italia dovrebbe fare per evitare di accumulare ritardi è proprio il passaggio dal tomo inviato al Parlamento, ultima bozza del Recovery Plan, a un vero piano di azione fatto di tempi e modi e articolato in schede specifiche per ciascun progetto. «Altro tema è quello della governance che oggi è totalmente assente», ricorda Altomonte. E non è un caso visto che proprio sulla proposta di avanzata dal governo Conte sono iniziati i dissapori con Italia Viva, che hanno portato all'attuale crisi di governo. Eppure una struttura servirà e soprattutto serviranno i tanto contestati poteri sostitutivi, almeno secondo Altomonte: «I Piani degli altri Paesi non li prevedono perché le burocrazie funzionano e non ci frizioni fra l'amministrazione centrale e quelle Regionali e locali.

In Italia servirebbero sia i poteri sostitutivi per la risoluzione dei contenzioni amministrativi che la previsione di un'unità appaltante autonoma da attivare se Regioni e Comuni non dovessero bandire le gare. Servono norme di silenzio assenso generalizzate, con uno stretto potere di controllo di Corte dei Conti e Anticorruzione a far da contraltare». Perché il tempo per procedere con i ritmi classici della burocrazia italiana non ci sono: «dovremo spendere la facility, che non è un fondo, in pochi anni, se i progetti non avanzeranno i soldi semplicemente non arriveranno».

fch

(END) Dow Jones Newswires

January 29, 2021 02:06 ET (07:06 GMT)